Zona stazione, sindacati all’attacco: "Il Comune si svegli e ci ascolti. Si rinnovi il patto anti degrado"

Appello al sindaco di Cgil, Cisl e Uil: "Il protocollo e le convenzioni siglate nel 2020 scadono a fine anno. Così si rischia di perdere gli accordi sugli spazi sociali, chiave per la rigenerazione del quartiere". .

Zona stazione, sindacati all’attacco: "Il Comune si svegli e ci ascolti. Si rinnovi il patto anti degrado"

Zona stazione, sindacati all’attacco: "Il Comune si svegli e ci ascolti. Si rinnovi il patto anti degrado"

"Il Comune si svegli e ci ascolti. Che fine ha fatto il protocollo anti-degrado?". Come un treno in corsa, i sindacati Cgil, Cisl e Uil mettono da parte le diatribe nazionali sullo sciopero e tornano compatti sui problemi di ogni giorno, ‘fischiando’ pesantemente contro l’Amministrazione sulla zona stazione. Una bolla che riesplode. Quello del quartiere a ridosso dei binari è senza dubbio il tema più sentito in città. I segretari Rosamaria Papaleo (Cisl), Cristian Sesena (Cgil) e Roberto Rinaldi (Uil) scagliano l’attacco senza girarci troppo intorno: "Siamo di fronte ad una situazione insostenibile che si presenta in uno dei principali servizi pubblici, nonché primo biglietto da visita di Reggio per chi arriva nel cuore della città via treno. Non possiamo arrenderci al degrado".

Poi lanciano un appello diretto al sindaco Luca Vecchi. "Condividiamo le sue parole di qualche giorno fa sulla necessità di combinare rigenerazione urbana e sociale – chiosano i sindacati in una dura nota congiunta – nelle quali però non vi è traccia dello straordinario protocollo firmato il 20 maggio 2020 tra organizzazioni sindacali confederali, sindacati pensionati, 30 associazioni del territorio e Comune di Reggio. Protocollo che però da mesi è scaduto. Il sindaco lo rinnovi, così come le convenzioni".

Una scadenza che, continuano i segretari, "dal 31 dicembre porrà lo stop alle esperienze sociali come Ca’ Reggio in piazza Domenica Secchi e i locali di via IV Novembre e via Turri, tre spazi che sono stati il cuore della rigenerazione sociale del quartiere. Sarebbe gravissimo perdere questo patrimonio per la lentezza burocratica e politica dell’Amministrazione. Da mesi siamo in attesa di una convocazione per rinnovarlo, ma nulla è accaduto. Siamo molto preoccupati e, senza azioni adeguate, il protagonismo sociale del quartiere finirà a Capodanno...".

I sindacati poi ci tengono a illustrare quanto è stato fatto per rimarcare il patrimonio da non perdere. "Col contributo economico del Comune e della Fondazione Manodori, coinvolgendo cittadini e associazioni, si è costruito un presidio di quartiere che ha saputo gestire e organizzare doposcuola nei centri estivi per bimbi e adolescenti, attività per gli anziani, iniziative informative per i cittadini, raccolte alimentari e di vestiario per i più bisognosi, animazioni interculturali con i bambini e le famiglie del quartiere per rafforzare l’integrazione. Tutto questo in collaborazione con polizia locale e forze dell’ordine con un presidio costante degli spazi e dei luoghi. In un concetto: una straordinaria rigenerazione sociale che ha liberato aggregazione, solidarietà, condivisione attiva, confronto con le forze dell’ordine, gli amministratori di condominio, biblioteca, servizi sociali e cooperative che operano nel contesto. Perciò auspichiamo un celere confronto col Comune per dare risposte concrete ai cittadini dell’area".

Infine Cgil, Cisl e Uil concludono: "Il presidio fisso di polizia è certamente un importante strumento per una svolta sull’ordine pubblico e sulla legalità, ma non basta. Serve camminare insieme al presidio sociale , integrare, coordinare istituzioni e cittadini. Solo così si può vincere la sfida della zona stazione".

dan. p.