Addio Kissinger: il ricordo di Rimini. Con Peres e Giscard d’Estaing pensando alla pace e all’Europa

Nel 1989 con i due illustri ospiti e Gianni Agnelli al congresso del Pri, nel 1991 alle giornate del Pio Manzù

Addio Kissinger: il ricordo di Rimini. Con Peres e Giscard d’Estaing pensando alla pace e all’Europa

Addio Kissinger: il ricordo di Rimini. Con Peres e Giscard d’Estaing pensando alla pace e all’Europa

"Mister Kissinger, welcome". Poi la stretta di mano per accogliere uno statista come pochi se ne sono visti nella storia recente. Quelle parole le pronunciò un giovane Aldo Sampaolo, iscritto al Partito repubblicano e responsabile dell’organizzazione al congresso del PRI che si tenne nel 1989 a Rimini, in quella che era la ex Fiera e dove oggi sorge il palazzo dei congressi. Era un giorno di maggio e Kissinger, scomparso ieri all’età di cento anni, ex segretario di Stato americano, arrivava in aereo per parlare al congresso.

"Ricordo bene quando arrivò – racconta Sampaolo -. All’epoca ero stato investito dal partito di curare la parte organizzativa del convegno. Fui tra i primi ad accogliere Henry Kissinger quando arrivò al convegno, fu una grande emozione". Erano anni in cui Rimini era al centro della politica nazionale e non solo. Solo poche stagioni prima il Partito socialista aveva tenuto un grande evento in città riempiendo Rimini di garofani rossi. Nel 1989 toccò al Partito repubblicano fare gli onori di casa con una platea di ospiti che copriva il globo intero. Assieme a Kisisnger, quel convegno vide partecipare Valéry Giscard d’Estaing, già presidente della repubblica francese dal 27 maggio 1974 al 21 maggio1981, e Simon Peres, ministro degli esteri per Israele in tre diversi periodi: dal 1986 al 1988, dal 1992 al 1995 e dal 2001al 2002. Peres divenne presidente di Israele nel 2007, carica che mantenne fino al 2014. Ma gli occhi erano puntati su Kissinger. Era l’uomo che parlava chiaramente e non nascondeva le proprie opinioni. Fondamentale il suo apporto per porre fine alla guerra del Vietnam. Ma la sua storia inizia prima e trova nei Kennedy un legame importante visti i rapporti di consulenza che instaura con i presidenti Kennedy e poi Johnson. Nel 1989 furono quei rapporti ad essere fondamentali per portare lo statista a Rimini. "Ricordo ancora che tra i parlamentari del Pri c’era Susanna Agnelli – riprende Sampaolo -. All’epoca si disse che furono i rapporti tra gli Agnelli e i Kennedy a consentire l’arrivo di Kissinger. Ad attendere la fine del suo discorso c’era a Rimini Gianni Agnelli. Fece il suo intervento in una sala piena, erano tutti attenti anche se una parte non poteva godere della traduzione". Grande esperto di Medio Oriente, fu decisivo nella gestione dei rapporti in quella parte del mondo, nella guerra dello Yom Kippur, quando era segretario di Stato per gli Stati Uniti.

"Kissinger era una persona che ti rimaneva impressa. Per corporatura poteva ricordare Andreotti, ma era più robusto. Bastava il primo sguardo per capire che avevi davanti un uomo dalle grandi capacità. Lo capivi da come si muoveva, dal suo timbro di voce, dal suo modo di porsi". La sua presenza a Rimini avvenne in un momento storico importante, a pochi mesi dalla caduta del muro di Berlino avvenuta il 9 novembre di quell’anno. I politici che parteciparono a quel convegno ebbero modo di parlare della Russia e di Mikhail Gorbaciov con lo statista americano.

Non fu l’unica volta che Kissinger atterrò a Rimini. Accadde due anni dopo. Era il 1991 quando fu ospite del Pio Manzù, la creatura di Gerardo Dasi capace di portare in 44 ani di attività a Rimini tantissime personalità mondiali.

Andrea Oliva