Cantieri inesistenti. Truffa del superbonus. Sequestrati soldi, azioni e otto alberghi di Rimini

Indagine scattata dopo il controllo su un hotel di Chianciano. L’azienda milanese riciclava crediti per lavori mai fatti . Le strutture della Riviera acquistate con i proventi del raggiro.

Cantieri inesistenti. Truffa del superbonus. Sequestrati soldi, azioni e otto alberghi di Rimini

Cantieri inesistenti. Truffa del superbonus. Sequestrati soldi, azioni e otto alberghi di Rimini

Con i proventi di un’abile truffa legata ai bonus edilizi, erano riusciti a mettere le mani su cinque alberghi in provincia di Rimini, versando delle caparre per l’acquisto di altri tre. Le otto strutture ricettive ora sono state poste sotto sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, dalla Guardia di Finanza di Montepulciano (Siena) nell’ambito di una maxi inchiesta condotta dalla Procura di Milano. Agli otto alberghi sequestrati dalle Fiamme Gialle, in esecuzione dell’ordinanza emessa dal gip del tribunale milanese su richiesta del pubblico ministero, si aggiungono azioni societarie, crediti fiscali e beni immobili per un ammontare complessivo di 39,7 milioni di euro.

L’inchiesta ha 18 denunciati e prende le mosse da accertamenti della tenenza della Guardia di Finanza di Montepulciano su un hotel di Chianciano Terme nel quale, nonostante fatture per lavori edili superiori ai 4,5 milioni di euro, non c’era alcun cantiere. Gli approfondimenti sul credito fiscale hanno quindi permesso agli inquirenti di risalire a una società milanese, appaltatrice dei lavori edili fittizi, ma che aveva commercializzato crediti fiscali per circa 90 milioni di euro. Successive verifiche delle Fiamme gialle sui cantieri edili in tutta Italia hanno fatto emergere crediti fiscali inesistenti per circa 40 milioni di euro, la maggior parte dei quali già ceduti a diverse banche.

Sono state denunciate 18 persone per truffa aggravata ed emissione di fatture false per operazioni inesistenti. Su loro la procura di Milano ha disposto altri approfondimenti da cui è emerso che parte dei proventi illeciti sono stati auto-riciclati per 3,5 milioni di euro, per acquistare cinque alberghi dislocati lungo tutta la Riviera di Rimini nonché per pagare le caparre per l’acquisto di ulteriori tre.

Inoltre, altri 20 milioni di euro sono risultati impiegati dagli attori per l’acquisizione (e il finanziamento del concordato preventivo) di una importante azienda del settore. Il gip ha emesso decreto di sequestro finalizzato alla confisca dei cinque alberghi ma anche di azioni societarie, crediti fiscali e disponibilità liquide fino all’ammontare di 39,7 milioni di euro. Le indagini proseguono per verificare la regolarità degli altri cantieri intestati alla stessa società milanese. I proventi di queste azioni risultano impiegati anche per l’acquisizione di un altro importante marchio di impresa.

Massimo il riserbo degli inquirenti. Ma è certo che l’inchiesta è partita dalle verifiche che la Finanza ha svolto sull’albergo di Chianciano Terme. Normale lavoro delle fiamme gialle quello di incrociare i dati relativi ai lavori nei cantieri e ai bonus ad essi legati, come avviene in tutta Italia. Quando i finanzieri sono andati a vedere la consistente cifra di opere edili fatturate – si parlava di 4 milioni e mezzo di euro –, recandosi sul posto, ecco la sorpresa. Non c’era alcun cantiere. Niente lavori.

red. rim.