Carcere promosso, ma con qualche riserva

I Cappuccini sotto la lente del comitato anti-tortura di Strasburgo: da rivedere le procedure disciplinari imposte ai detenuti

Carcere promosso, ma con qualche riserva

Carcere promosso, ma con qualche riserva

Promosso, ma ancora con qualche riserva. Ha ancora un po’ di strada da fare il carcere di San Marino, secondo il Comitato anti tortura del Consiglio d’Europa che le condizioni dei Cappuccini le ha osservate con i propri occhi mesi fa, durante la quinta visita periodica. Nella quale sono stati messi sotto la lente il trattamento delle persone in stato di fermo nel carcere di San Marino, delle persone sottoposte a trattamento sanitario obbligatorio (Tso) e dei residenti della casa di riposo ‘‘La Fiorina’’. Il comitato di Strasburgo, nella sua relazione, loda nel complesso la situazione che ha trovato a San Marino. In particolare il Cpt "si felicità di non aver ricevuto – si legge – come durante le visite precedenti, alcuna denuncia di maltrattamenti inflitti dalle forze dell’ordine". Inoltre, il comitato nota, con soddisfazione, che il Paese ha introdotto ulteriori garanzie per le persone arrestate, che non esistevano nel 2013, data della precedente visita. Si tratta, dell’informazione data per iscritto e oralmente del diritto all’accesso rapido a un avvocato, e quello a informare un terzo di loro scelta della loro situazione, ma anche di accedere a un medico e a rimanere in silenzio. L’organo anti tortura si compiace anche "del basso numero di persone detenute nel carcere di San Marino e incoraggia le autorità a perseguire la loro politica di utilizzare la prigione come misura di ultima ratio". Tuttavia, nel rapporto si evidenzia anche che San Marino, non ha attuato alcune delle raccomandazioni fatte sia nel 2005 che 2013. Tra queste c’è la richiesta a regolamentare le procedure disciplinari che possono essere imposte ai detenuti. Il Cpt osserva che quella più severa prevede massimo 10 giorni di isolamento, anche se i dati raccolti hanno rivelato che in effetti le sanzioni non sono mai applicate. Si chiede anche un cambiamento delle regole per i contatti dei detenuti con il mondo esterno, come visite, telefonate, corrispondenza in entrata e uscita, che al momento devono essere tutte autorizzate da un giudice o il direttore della prigione. Infine Strasburgo chiede la costruzione per un’unità specifica per le persone si stato di profonda agitazione sottoposte a Tso.