Casa Rossa dimenticata speciale "Non è tra le dimore storiche"

Il consigliere Andrea Silvagni attacca l’amministrazione per non avere presentato la domanda d’inserimento.

Panzini dimenticato. O meglio, oggetto di una clamorosa svista sarebbe stata la storica Casa Rossa dove il ’poeta in bicicletta’ che aveva fatto di Bellaria Igea Marina la sua città d’adozione, aveva vissuto per anni con la famiglia. La residenza circondata dall’omonimo parco, alla Cagnona, non è stata inserita nel novero delle dimore storiche della Regione Emilia Romagna. Peggio: l’amministrazione comunale non avrebbe neppure presentato domanda per l’inserimento. Perdendo in prestigio, e finanziamenti importanti.

E’ il consigliere di opposizione Andrea Silvagni (Alternativa Democratica) (in foto) a sollevare il caso. "In passato – attacca Silvagni – la nostra città ad Alfredo Panzini ha intitolato la biblioteca, la scuola più grande e la strada più lunga, ma oggi la nostra giunta è un po’ distratta. Infatti, il 5 aprile scorso è stato pubblicato un bando da parte della Regione Emilia Romagna finalizzato al sostegno ad attività di promozione culturale per progetti di valorizzazione delle case e studi delle persone illustri dell’Emilia Romagna. Un’opportunità che poteva essere colta dalla nostra città per la valorizzazione della Casa Rossa di Alfredo Panzini".

Ma qualcosa è andato storto.

"Tuttavia – continua Silvagni – per poter partecipare al bando, lo spazio culturale doveva essere riconosciuto tra le ’Case e studi di persone illustri dell’Emilia-Romagna’ e la delibera di Giunta Regionale numero 283 del 28 febbraio 2023, che riconosce questi luoghi, non riporta la Casa Rossa di Alfredo Panzini né nell’allegato A (elenco strutture ammesse) né nell’allegato B (elenco strutture non ammesse)". In soldoni, qualcuno ha toppato, sostiene Silvagni

"Durante la seduta del consiglio comunale di martedì 30 maggio – aggiunge – in sede di interpellanze, ho chiesto chiarimenti all’assessore alla Cultura Michele Neri che tuttavia, non potendomi dare risposta immediata, mi ha fatto avere risposta scritta dopo quasi due mesi, a fronte del limite massimo di 30 giorni imposto dal regolamento sul funzionamento del consiglio comunale. La risposta lascia chiaramente intendere che non si è colta questa opportunità per disattenzione, non partecipando al bando e perdendo così l’occasione di accedere a risorse per la Casa Panzini". Morale della favola: "Che dire, prestare un occhio alle opportunità da cogliere – chiosa Silvagni – sarebbe stato più utile rispetto alle foto di scena accanto a discutibili colonne di fiori".