Clienti truffati, Bsm tende la mano ai giudici

Dopo le denunce dei risparmiatori raggirati dall’ex direttore di filiale, Banca San Marino assicura: "Massima collaborazione"

Clienti truffati, Bsm tende la mano ai giudici

Clienti truffati, Bsm tende la mano ai giudici

Pronti a collaborare con la magistratura per fare pienamente chiarezza sulla vicenda. E’ questa, in sintesi, la posizione espressa da Banca di San Marino, in merito alla vicenda che ha portato alla presentazione di una denuncia-esposto nei confronti di un riminese di 56 anni, ex direttore della filiale di Gualdicciolo, accusato – secondo la ricostruzione di parte – di aver compiuto movimentazioni tutt’altro che trasparenti per un valore complessivo di alcuni milioni di euro portando di fatto le famiglie quasi sul lastrico. "Banca di San Marino – si legge nella nota dell’istituto di credito – apprende solo dalle notizie recentemente pubblicate sui media delle recenti denunce presentate in Italia e a San Marino relative all’ex responsabile di filiale di Gualdicciolo, da tempo non più alle dipendenze di Bsm. Sebbene la banca non abbia avuto accesso a tali denunce, Bsm garantisce innanzitutto la propria massima collaborazione con le autorità giudiziarie ai fini dell’accertamento dei fatti. Fino ad oggi la banca ha puntualmente provveduto, a termini di normativa vigente, a riscontrare le richieste avanzate nei suoi confronti dai clienti interessati, in gran parte riguardanti operazioni risalenti di anni".

"Ciò posto – conclude l’istituto di credito –, anche in considerazione delle novità riportate nel quadro fattuale tracciato nelle denunce (stando a quanto riportato dai media) Bsm si riserva, a sua volta, ogni valutazione ed iniziativa a propria tutela". La vicenda è finita sotto i riflettori dei media a seguito dell’iniziativa portata avanti dai legali che assistono alcuni ex correntisti, gli avvocati Piero Venturi e Gian Vito Antinori. I legali hanno ipotizzato i reati di appropriazione indebita, furto pluriaggravato, truffa e autoriciclaggio – anche se spetta agli inquirenti il compito di svolgere accertamenti sulle segnalazioni ricevute e la posizione del 56enne – e annunciano di essere pronti ad avviare un’azione legale anche sul Titano. Secondo quanto riferito dalle presunte vittime nell’esposto, il 56enne – che ha alle spalle un passato da promotore finanziario e che già da qualche tempo non lavora più per l’istituto sammarinese – avrebbe fatto leva sulla grande fiducia che i risparmiatori nutrivano nei suoi confronti, arrivando nel tempo a vederlo quasi come "uno di famiglia", per convincerli ad aprire un conto nella banca da lui rappresentata e a mettere nelle sue mani somme importanti con la promessa di una gestione economica e finanziaria a basso rischio.