ANDREA OLIVA
Cronaca

Concessioni di spiaggia . Salvini rassicura i balneari: "Decreto indenizzi entro marzo"

Per il ministro dovranno prevedere il "riconoscimento del valore degli investimenti effettuati e non ancora ammortizzati". Morrone: "Incontreremo a giorni le categorie" .

L’onorevole Jacopo Morrone

L’onorevole Jacopo Morrone

Indennizzi per i concessionari balneari. Le parole del ministro Matteo Salvini pronunciate ieri in occasione della riunione degli Stati Generali del Turismo Balneare nella sede di Confcommercio a Roma, alimentano la speranza dei balneari di vedere riconosciuto non solo un indennizzo per gli investimenti degli ultimi cinque anni, ma anche il valore d’impresa. Secondo questa logica chi vincerebbe il bando dovrebbe liquidare il precedente concessionario. Il ministro ha ribadito la sua indipendenza nella stesura del decreto da influenze ‘europee’, ed ha spiegato come "l’impegno è dare certezze, entro il 31 marzo arriverà il decreto indennizzi. Ma con degli indennizzi veri", che dovranno prevedere per "chi vorrà cedere attività, il giusto compenso per quello che è stato fatto". Il decreto dovrebbe dunque prevedere il "riconoscimento del valore degli investimenti effettuati e non ancora ammortizzati", considerando criteri di "equa remunerazione" e una "rivalutazione degli investimenti". Per il deputato Jacopo Morrone, della Lega, si tratta di "parole molto chiare da parte del ministro Salvini che ha presentato la road map da seguire per arrivare, il 31 marzo, a un testo condiviso del ‘decreto indennizzi’ che eviti fughe in avanti con decisioni arbitrarie di regioni, province e comuni". Il decreto è già in bozza, precisa Morrone, "ma è comunque suscettibile di cambiamenti grazie all’apporto dei rappresentanti della categoria convocati al ministero già dall’11 marzo per presentare proposte. Sappiamo tutti da che parte sta la Lega: la nostra battaglia a favore degli imprenditori balneari italiani è storica e oggi Salvini lo ha ribadito criticando il ‘muro’ alzato dalla UE di fronte alle proposte presentate a più riprese dall’Italia. La Lega non si ferma: il decreto che vedrà la luce non è un punto di arrivo ma di passaggio, c’è infatti la disponibilità del ministro a riportare la discussione a Bruxelles".

Andrea Oliva