Folle inseguimento per le strade di Misano: arrestati due pusher

In manette i cugini albanesi che hanno forzato un posto di blocco. In casa nascondevano un etto di hashish e una baionetta

Folle inseguimento per le strade di Misano: arrestati due pusher

Folle inseguimento per le strade di Misano: arrestati due pusher

Ci hanno provato, i due cugini albanesi sui 35 anni arrestati martedì sera dopo un inseguimento ad altissima velocità da parte di polizia locale e carabinieri per le strade di Misano Adriatico, dove i due uomini a bordo di un Audi Q3 lanciata ad tutta velocità non si sarebbero fermati al posto di blocco degli agenti della municipale in via Carro, dando così inizio a un inseguimento per cui gli agenti hanno immediatamente richiesto l’ausilio anche dei carabinieri della compagnia di Riccione. Il veicolo a bordo del quale viaggiavano i due albanesi è quindi stato bloccato poco dopo in via Simoncelli, all’interno di una piccola area parcheggio, dove l’Audi arrestava la propria corsa vedendosi bloccata in una zona senza uscite. Al momento del controllo dei due uomini all’interno, uno di loro risultava essere un individuo già noto alle forze dell’ordine per reati in materia di spaccio, nonché per il ritiro della patente e al termine del controllo in possesso dei due veniva trovata della sostanza stupefacente a cui se ne aggiungeva dell’altra al termine della perquisizione delle rispettive abitazioni a Cattolica e San Clemente.

Al termine delle operazioni di polizia, i due albanesi sono stati così arrestati per l’accusa di detenzione ai fini di spaccio e la sostanza trovata (complessivamente 57 grammi di cocaina, 69 di marijuana, 100 di hashish oltre a 750 euro in contanti e un coltellino a scatto) è stata posta sotto sequestro. Per uno dei due inoltre è scattata anche la denuncia per porto abusivo di armi poiché a seguito della perquisizione domicliare risultava in possesso di una baionetta, senza la prevista denuncia. Ieri mattina, i due albanesi, difesi dall’avvocato Stefano Caroli, si sono presentati in tribunale per il processo per direttissima. La difesa ha chiesto i termini a difesa e i due indagati sono stati trasferiti in attesa della prossima udienza: uno in carcere (l’indagato con alle spalle precedenti specifici) e l’altro agli arresti domiciliari.