Giada vive ancora nella piccola Myroslava

Parte del fegato della 16enne ha permesso di salvare l’11enne ucraina ricoverata a Torino per una rara malformazione alle vie biliari

Ha un nome e un volto la vita salvata da Giada Penserini. La 16enne sammarinese scomparsa nello schianto sulla Statale 16, dove a bordo della moto dell’amico Simone De Luigi entrambi sono stati investiti e uccisi in uno scontro con una Mini Cooper. Si chiama Myroslava, 11 anni, la bambina ucraina che alle Molinette, ospedale di Torino, ora è tornata a vivere grazie all’amore di Giada. La piccola infatti si trovava ricoverata nel nosocomio piemontese perché affetta da una rara malformazione delle vie biliari. Malformazione tale da richiedere un trapianto urgente di fegato al termine di un intervento complesso. Un vero e proprio miracolo, reso possibile dagli organi donati dalla famiglia di Giada.

Il fegato della 16enne sammarinese infatti è stato giudicato compatibile dall’equipé medica e diviso in due parti, per altrettante vite salvate. La porzione più piccola è andata a un neonato dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma e l’altra, quella più grande, è arrivata proprio fino a Torino.

Lì dove una storia iniziata con la morte, triste e dolorosa della giovane Giada, è finita con la vita, quella regalata a Myroslava. La bambina di 11 anni, accudita dai genitori ucraini Oleh e Eugenia (in foto con la piccola), è scampata infatti, prima ancora che alla malattia, ai bombardamenti russi. Lei che proviene da Donetsk, la città finita più volte negli ultimi mesi sotto il tiro del fuoco russo nel corso del conflitto nell’Est Europa. Lei che è stata la destinataria di parte del fegato proprio di Giada. La piccola Myroslava era arrivata alle Molinette di Torino grazie a una missione umanitaria ed è stata salvata grazie a un trapianto di fegato eseguito collegando direttamente la vena porta dell’organo epatico con la vena renale sinistra del suo corpo. Questo quanto è stato necessario fare, da parte dell’equipé chirurgica del nosocomio, per impedire che la rara malformazione delle vie bilari da cui è affetta l’11enne ucraina se la portasse via, così come invece ha fatto un trauma cranico per Giada.

Giada Penserini, il padre: "Vorrei poter abbracciare la bimba salvata da mia figlia"

Un intervento che è stato reso possibile, risalnedo cronologicamente la china del percorso che ha portato Myroslava a fuggire da Donetsk fino all’operazione, dalla missione medico umanitaria a cui ha partecipato la Regione Piemonte con un gruppo di medici esperti incaricati di individuare quei pazienti, soprattutto pediatrici, che potessero beneficiare di un trattamento specialistico per le rispettive patologie in Italia. Da qui il volo con un aereo della Guardia di Finanza, il ricovero in gastroenterologia al Regina Margherita e poi, finalmente, il trapianto, con dodici ore di intervento eseguito dal professor Romagnoli e la sua equipé. Un filo lunghissimo in cui tra tanti attori però, la differenza è stata fatta dall’amore. L’amore per la vita di Giada, donata alla piccola Myroslava.

red.cro.