Il mercato del lavoro non è guarito. Dopo la pandemia persi 2.500 posti

Il rapporto della Cgil testimonia anche l’incremento di persone inattive: 6mila in più rispetto al 2019

Il mercato del lavoro non è guarito. Dopo la pandemia persi 2.500 posti

Il mercato del lavoro non è guarito. Dopo la pandemia persi 2.500 posti

Duemila e cinquecento posti di lavoro persi nella provincia di Rimini tra il 2019, anno che ha preceduto la pandemia, e il 2022. Il dato è ancora più marcato se si prende come riferimento il 2018. In questo caso il calo degli occupati è di seimila unità. Sono i dati del Rapporto Ires presentati ieri dalla Cgil nella sala Massimo Pironi della Provincia.

Con la pandemia il mondo del lavoro è cambiato in modo sensibile, accelerando processi già in essere nel periodo precedente. Nell’ambito turistico queste differenze stanno creando situazioni mai viste. Giusto ieri sempre la Cgil analizzava la difficoltà nel trovare personale nelle attività turistiche facendo presente che i contratti collettivi nel settore sono scaduti da anni, e dunque non tengono il passo degli aumenti dell’inflazione sempre più pesanti. Il sindacato invocava una revisione della Naspi, oggi ridotta rispetto all’indennità di disoccupazione precedente. Altro fattore che concorre a rendere il lavoro stagionale sempre meno attraente.

Turismo. In effetti il settore ‘commercio, alberghi e ristoranti’ vedeva nel 2018 nella provincia riminese 46.605 occupati, un fronte occupazionale che già l’anno dopo, nel 2019, si era ridimensionato arrivando a 41.551. In seguito è arrivata la pandemia che ha ridotto sensibilmente il settore portandolo nel 2020 a 33.423. Dal 2021 in poi, nonostante i dati macro economici provinciali si siano impennati, il numero dei lavoratori è rimasto pressoché stabile registrando nel 2022 33.813 lavoratori con un -18,6% rispetto al 2019. Va anche detto che che nello stesso periodo il settore genericamente attribuito ai ‘servizi’ aumentava del 9,8% con oltre 6.500 nuovi occupati.

Agricoltura. Gli agricoltori da settimane protestano tra cortei sulla statale e delegazioni in marcia a Bruxelles. Questo è il settore che soffre di più. Nel 2019 gli occupati erano 2.580. L’anno successivo, quello della pandemia, ci furono centinaia di persone che cercarono una occupazione nei campi perché gli hotel aprivano con il contagocce. Si arrivò a sfiorare i 3mila lavoratori, ma poi il crollo. Nel 2022 i lavoratori erano appena 1.461.

Industria. Nelle grandi aziende della provincia l’andamento occupazionale è andato di pari passo con l’exploit economico del 2021, anno in cui oltre ai fatturati sono cresciuti anche i lavoratori arrivando a quasi 34mila occupati. L’anno successivo un balzo all’indietro di circa 6mila dipendenti.

Edilizia. Nel campo delle costruzioni l’effetto Superbonus ha visto un aumento sensibile dei lavoratori che nel 2018 erano 6.613. Dopo avere toccato i 9.210 nel 2021, l’anno dopo ci si è attestati su 8.463.

Inattivi. Il tasso disoccupazione continua a diminuire. Nella provincia riminese a cercare lavoro nel 2022 erano in 10mila. Un numero inferiore rispetto al passato. Nel 2019, ad esempio, erano oltre 12.700. Riassumendo, meno persone cercano lavoro, e meno sono gli occupati, questo perché continua a crescere la quantità di persone che smette di cercare una occupazione: gli inattivi. In soli quattro anni le persone che non cercano un lavoro sono aumentati di 6.300 unità, ovvero l’11%.

Anziani. Diminuiscono i lavoratori mentre aumenta in modo sensibile la popolazione anziana. Oggi in provincia c’è un numero di anziani doppio rispetto alla popolazione con meno di 15 anni. Dal 2003 al 2023 il numero è cresciuta del 45%.

Andrea Oliva