Il nuovo piano spiaggia: "Unire i bagni sarà dura"

Fabrizio Pagliarani (Confesercenti): "Il Comune mette troppi vincoli. Se non ci saranno modifiche pochi stabilimenti riusciranno ad accorparsi".

Il nuovo piano spiaggia: "Unire i bagni sarà dura"

Il nuovo piano spiaggia: "Unire i bagni sarà dura"

Rimini ha un piano per riqualificare e rinnovare la spiaggia, in attesa di capire cosa farà il governo sulle concessioni. Questo sarà un mese bollente, per i balneari. Il governo entro il 15 deve rispondere alla procedura d’infrazione avviata dall’Unione Europea per non aver applicato la direttiva Bolkestein, che prevede bandi pubblici per assegnare le attività di spiaggia. E proprio l’altro ieri il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sollecitato l’esecutivo a trovare una soluzione al più presto. Legacoop, sulla scorta delle parole di Mattarella, invita il governo "a fare presto e bene".

Quello delle concessioni non è l’unico fronte caldo per i bagnini riminesi. Il Comune ha pubblicato il nuovo piano dell’arenile. È lo strumento (atteso da anni) che detta le regole e le linee per la riqualificazione degli stabilimenti balneari e delle altre attività di spiaggia. Il piano prevede la possibilità di dotarsi di piscine (amovibili), vasche idromassaggio e altri servizi nei bagni che si accorperanno tra loro. Ci sarà tempo fino al 4 marzo per presentare le osservazioni al piano, ma già da ieri i bagnini hanno iniziato a studiare il corposo documento (centinaia di pagine con rendering e mappe), convinti che ci siano parecchie modifiche da apportare. Una questione l’aveva già sollevata nei giorni scorsi Mauro Vanni, presidente della cooperativa bagnini di Rimini sud. Il piano prevede l’aumento (del 37%) delle spiagge libere, e questo comporterà la riduzione di decine di stabilimenti. "Faremo di tutto – ha assicurato Vanni – per tutelare i nostri associati". Non è l’unica questione. "Da una prima lettura del piano – osserva Fabrizio Pagliarani, presidente del consorzio dei bagnini di Confesercenti – il Comune intende porre dei vincoli sugli accorpamenti che, a nostro avviso, rischiano di essere molto penalizzanti e di rendere impossibili, in molti casi, gli accorpamenti stessi. Non può essere l’amministrazione a imporre le scelte, a dire che lo stabilimento A può accorparsi solo con il B e non con il C". Ma Pagliarani ne fa anche una questione di metodo, non solo di merito: "Non c’è stata molta concertazione con le categorie, prima di pubblicare il piano". Per questo "ci auguriamo di ottenere, con le osservazioni che presenteremo, le necessarie modifiche. Stiamo studiando il documento coi nostri tecnici".

Manuel Spadazzi