MANUEL SPADAZZI
Cronaca

Moschea al collasso a Rimini. L’imam: "Cerchiamo un’altra sede, ma non riusciamo a trovarla"

Omar Faruk del centro islamico di via Giovanni XXIII: "Abbiamo visitato tanti posti, ma alcuni erano inadatti e in altri casi ci hanno detto no. Ai riminesi diciamo: aiutateci a individuare una struttura adeguata"

Omar Faruk, imam della moschea di Rimini, davanti alla sede in via Giovanni XXIII

Omar Faruk, imam della moschea di Rimini, davanti alla sede in via Giovanni XXIII

Rimini, 26 marzo 2024 – Quella casa a due piani nel cuore di Borgo Marina "non ci basta più. Siamo in troppi per pregare qui". Scoppia la moschea di via Giovanni XXIII, lo storico ritrovo della comunità islamica a Rimini. Troppo piccola per poter accogliere i tanti musulmani che si riuniscono a pregare. Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti. Specie in questo periodo, in cui i musulmani celebrano il ramadan, il mese sacro della religione islamica. "Un problema irrisolto di Rimini, contro cui io e altri residenti della zona di Borgo Marina ci battiamo da oltre vent’anni...", attacca il capogruppo di Fratelli d’Italia, Gioenzo Renzi, che abita lì a due passi. "Come puntualmente accade ogni anno, nel periodo del ramadan i problemi si moltiplicano – continua Renzi – Durante i momenti di preghiera, i marciapiedi sono completamente occupati dalle persone in fila per entrare nella moschea. Per non parlare dei parcheggi riservati ai residenti, spesso e volentieri occupati da loro". La battaglia di Renzi va avanti da anni. Ma è altrettanto vero che, da tempo, il centro culturale islamico Al Tawid, che gestisce la moschea di Borgo Marina (dove si ritrovano soprattutto i bengalesi) sta cercando una nuova sede. "Ma purtroppo, dopo tante ricerche, non siamo ancora riusciti a trovarla", allarga le braccia l’ imam della moschea, Omar Faruk.

Quali sono le difficoltà che state incontrando nel trovare una nuova sede?

"Ci serve un posto che sia abbastanza grande per ospitare almeno 200 o 300 persone. Abbiamo visitato diversi posti, ma in alcuni casi lo spazio non era sufficiente, in altri ci hanno detto di no".

Per ora quindi non se parla di trasferire la moschea altrove?

"In realtà noi stiamo continuando a cercare una soluzione. Abbiamo chiesto aiuto alla comunità Papa Giovanni XXIII, che ci sta dando una mano. Abbiamo parlato più volte con l’amministrazione di Rimini. Siamo i primi a essere consapevoli che la sede di via Giovanni XXIII non va bene, perché è troppo piccola e crea problemi sia noi sia ai residenti".

Come pensate di risolverla?

"Continuando a cercare. Chiunque pensa di avere un posto adeguato, ci contatti. Rivolgiamo un appello a tutta la città: aiutateci a trovare finalmente la sede per una nuova moschea".

Da quando è scoppiata la guerra tra Israele e i terroristi di Hamas, la moschea di via Giovanni XXIII e le altre due presenti a Rimini vengono maggiormente presidiate. C’è il timore di disordini o di azioni contro la comunità islamica?

"Da noi la situazione è tranquilla. Quelle che frequentano il nostro centro sono tutte persone perbene. E noi collaboriamo con la polizia. Saremmo i primi a segnalare gli individui sospetti. In questi mesi abbiamo partecipato a tante manifestazioni per la pace tra Israele e Palestina, anche al fianco dei cattolici".