NOI RIMINESI

La criminalità organizzata e le sue conseguenze sulla giustizia italiana sono al centro del dibattito: procedure, pene, garanzie di libertà e strutture carcerarie sono alcuni dei temi affrontati. La mancanza di magistrati e ausiliari rappresenta un altro problema da affrontare.

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La gente comune, che non ha mai avuto a che fare con il Codice penale, tende a credere che chi sta in prigione deve per forza aver fatto qualcosa di brutto e che, nel dubbio, è meglio stia dentro piuttosto che fuori. Ma una coscienza civile sempre più sensibile, spinge invece molti italiani a seguire con interesse il dibattito sui grandi problemi della giustizia, dalle procedure alle pene, dalle garanzie di libertà alle strutture carcerarie. Il dilagare della criminalità organizzala nelle forme del terrorismo o della mafia, ha acuito questo interesse, facendo capire anche ai meno sensibili che qui si gioca una partita decisiva per il futuro della nostra democrazia. La messa in libertà di imputati di gravi reati li mette in condizione di commettere nuovi delitti, di inquinare le prove, di fuggire. I processi che investono vaste associazioni criminose e coinvolgono decine o centinaia di sospetti affiliati, esigono indagini di straordinaria complessità e sarà mortificante dover scegliere tra inchieste rapide ma incomplete, e inchieste approfondite ma fatalmente lente. Per non parlare poi del personale che tocca la nostra giustizia. Mancano magistrati e ausiliari a completare gli organici. Altro problema non da poco.