FRANCESCO ZUPPIROLI
Cronaca

Orafo mette in fuga i rapinatori: "Ferito dal calcio della pistola, ma non ho voluto arrendermi"

Ernestino Monti, titolare del negozio di via dei Cavalieri, è riuscito a respingere i malviventi "Uno mi ha puntato l’arma e ha detto ’guarda che è buona’. Non ho pensato e ho reagito".

Ernestino Monti, titolare della gioielleria Monti di via dei Cavalieri

Ernestino Monti, titolare della gioielleria Monti di via dei Cavalieri

di Francesco Zuppiroli

"Ma quel taglio sul mento, glielo hanno fatto ’loro’?". "Loro" è riferito a un gruppo di tre banditi che, vestiti di nero, cappellino e passamontagna sul volto, lunedì mattina intorno alle 10.20 hanno fatto irruzione nella oreficeria ’Monti’ di via dei Cavalieri, nel cuore pulsante di Rimini. A porre la domanda, invece, è una cliente che ieri mattina si trovava nell’oreficeria, subito tornata operativa dopo il giorno di riposo canonico e la tentata rapina in pieno giorno patita appena due giorni fa e sventata solo dal sangue freddo del titolare, l’orafo 65enne Ernestino Monti, e di sua moglie. E il taglio? "Quel taglio sul mento", è proprio il segno che ha lasciato sulla pelle dell’uomo la violenta colluttazione avvenuta tra l’orafo riminese e i propri aggressori, all’interno della stessa gioielleria.

Una rapina, infine solo tentata, che "si è consumata in pochissimi istanti", quantifica a spanne Ernestino Monti sulla soglia dell’attività, mentre da dietro le lenti degli occhiali gli occhi vivaci ripercorrono quei momenti terribili e ogni tanto un dito si avvicina a indicare il taglio sul mento rimediato nello scontro. "Me l’hanno fatto loro – ammette Monti –, con un colpo del calcio della pistola". Sì perché quei malviventi che lunedì hanno cercato di rapinare l’attività di via dei Cavalieri erano anche armati. "’Guarda che questa è buona’ mi ha gridato uno di loro, puntandomi contro la pistola".

Eppure, persino di fronte al buco nero di una canna di revolver puntata in faccia, Ernestino Monti non si è perso d’animo e ha reagito. Reagito per difendere sé stesso, sua moglie e la propria attività: "Io e la mia compagna non ci abbiamo pensato un attimo: non abbiamo voluto dargliela vinta. È stata una reazione d’istinto", ammette Monti.

Lunedì difatti "una persona è apparsa dal nulla davanti alla vetrina. Fingeva di telefonare dandoci le spalle, era vestito tutto di nero e cercava di non mostrarsi in viso. Al ché, forse ingenuamente, ho aperto la porta dell’oreficeria per sporgermi fuori e chiedergli se avesse bisogno, ma non ho fatto in tempo a parlare che dall’altro lato della strada sono sbucati fuori dal nulla altri due complici". Questi sì invece completamente vestiti di nero, cappellino e passamontagna abbassati sul volto e pistola in pugno per uno di loro. "Hanno cominciato a spingermi dentro l’attività – mima Ernestino Monti – e poi uno mi ha preso per il collo e puntato contro la pistola". Un ’corpo a corpo’ nel piccolo atrio dell’oreficeria a cui però "io e mia moglie non abbiamo mai ceduto", ripete con una punta d’orgoglio l’orafo-eroe. Tanto che anche grazie all’intervento della compagna dell’uomo, che ha cercato di scacciare i malviventi, "i tre si sono poi dati alla fuga vedendo forse una reazione un po’ inattesa da parte nostra. È stata come una battaglia – ha poi concluso il titolare dell’oreficeria –. Mi sono detto ’ora combatto’ e per fortuna è andata bene". Il titolare intanto ha già provveduto a sporgere denuncia per l’accaduto, mentre i carabinieri stanno indagando per risalire ai responsabili del colpo tentato.