
L’ex gestore della discoteca chiude la partita giudiziaria, come aveva già fatto Fabrizio De Meis. Archiviate le accuse a carico di Angelo Palmas. Catrani: "Dimostrata la sua estraneità ai fatti".
Crac del Cocoricò alle battute finali. Il riferimento è alla vecchia gestione del Gruppo Cocoricò su cui indagò il nucleo della Fiamme gialle, Polizia economico finanziaria di Rimini, coordinato dai pubblici ministeri Paolo Gengarelli e in seguire Daniele Paci. Gli atti risalgono al 2022, quando vennero iscritte le società Gruppo Cocoricò, Mani Avanti, A.C. Rimini 1912 e Titilla Beach Club con imputazioni varie a carico di quattro indagati, gli amministratori, anche in concorso tra loro, per reati fallimentari e tributari.
Ieri davanti al Gup Raffaele De Florio c’è stato il patteggiamento a un anno e sei mesi, pena sospesa, per il 56enne Marco Palazzi, membro della famiglia che per tanti anni ha gestito la storica discoteca in collina. La vicenda aveva interessato oltre alla società che gestivano il locale anche l’allora Rimini calcio nelle mani di Fabrizio De Meis. A rimanere aperta rimane solo la posizione di Manuele Fedele, rinviata all’udienza preliminare del 4 giugno.
Palazzi, difeso dall’avvocato Francesca Lotti, ha chiesto la definizione del procedimento per le imputazioni a suo carico con il rito del patteggiamento a pena sospesa, richiesta accolta dal Gup, Raffaele Deflorio. Le imputazioni a carico di Palazzi, allora amministratore unico della Titilla Beach, erano riferite ai reati fallimentari di bancarotta fraudolenta per pagamenti preferenziali di circa 8mila euro e di bancarotte semplici che avrebbero portato all’aggravamento del dissesto senza tuttavia chiedere il fallimento. Inoltre gli veniva contestata, in concorso con De Meis, la distrazione di oltre 350mila euro e la bancarotta fraudolenta per pagamenti preferenziali di circa 9mila euro. "Considero questo patteggiamento tombale - spiega l’avvocato Francesca Lotti - una definitiva uscita di scena da parte del mio assistito dal mondo della notte che, pur avendogli in un tempo lontano, restituito fama e successi, lo ha portato, suo malgrado, nella fase finale ad una vicenda caotica e impensabile di cui si è sempre dichiarato estraneo ma che, per evitare un processo lungo e complesso, lo ha condotto a una scelta processuale di questo tipo; preciso che il patteggiamento di Palazzi è a pena inferiore a quella a suo tempo applicata, sempre con patteggiamento, al De Meis".
Ad avere ottenuto uno stralcio per l’archiviazione della propria posizione è stato Angelo Palmas, difeso dall’avvocato Alessandro Catrani. Palmas, all’epoca dei fatti amministratore delegato della A.C. Rimini 1912, era indagato in concorso con Fabrizio De Meis, per i reati fallimentari di bancarotte fraudolente per importi complessivi di oltre 130mila euro. Palmas si era sottoposto a interrogatorio in sede di avviso di conclusione delle Indagini fornendo documenti a sua difesa, per ricostruire l’estraneità ai fatti che gli venivano contestati.
"Sono molto soddisfatto - spiega l’avvocato Catrani - per essere riuscito a dimostrare l’assoluta estraneità di Angelo Palmas, raggiunto a suo tempo da gravi contestazioni a carico che questa difesa ha dimostrato totalmente infondate". Palmas è un noto imprenditore, incensurato, oggi legato all’importante gruppo Cipriani che ha investito a Riccione nel progetto Space.
Fabrizio De Meis, difeso dall’avvocato Nicola Mazzacuva, aveva già a suo tempo definito il procedimento con un patteggiamento a un anno e 10 mesi. Pendevano a suo carico imputazioni relative alle società Gruppo Cocoricò srl, A.C. Rimini 1912 e Mani Avanti, per reati fallimentari quali bancarotte fraudolente per distrazioni di oltre 350mila euro in due casi, di oltre 60mila euro e di 70mila euro in altri.