"Pugno alzato?. La vicesindaca non si tocca"

La vicesindaca respinge la richiesta di dimissioni dopo il gesto del pugno alzato al 25 aprile, sottolineando il suo impegno amministrativo e criticando la visione parziale del consigliere.

"La vicesindaca continuerà a fare il suo lavoro di amministratrice, cosa che sta facendo bene e con risultati evidenti a favore della nostra comunità". Così Jamil Sadegholvaad ha replicato in consiglio comunale alla richiesta di dimissioni di Chiara Bellini, avanzata dal consigliere Carlo Rufo Spina di Fratelli d’Italia, dopo che la vicesindaca aveva concluso in piazza il discorso per il 25 aprile con il pugno alzato. "Consigliere Rufo Spina, ho messo in fila il suo comunicato stampa del 25 aprile e poi la sua interrogazione. Sono la bellezza di 1.064 parole: un mezzo romanzo da cui è assente la parola antifascismo. Evinco che per lei la festa del 25 aprile non ha niente a che fare con l’antifascismo. Ma lei probabilmente continuerà a restare della sua idea e con la sua visione, che io ritengo invece sbagliata e parziale, della storia". Entrando poi nel merito: "Per due volte con la fascia di sindaco ho partecipato alla cerimonia del 25 aprile – va avanti Sadegholvaad – Ho preso la parola e non ho mai chiuso il discorso con il pugno alzato. E non perché abbia qualcosa contro quel gesto: più volte l’ho mostrato con orgoglio proprio per quel che ha sempre rappresentato. Che non è, come potrebbe sostenere lei, il komunismo e il colore rosso: pensi solo al significato che quel pugno verso l’alto ha avuto per la lotta al razzismo negli Stati Uniti e in altre parti del mondo. Quell’atto, meraviglioso, ma che può essere interpretato come di parte in un contesto istituzionale, di festa per tutti, io non l’avrei fatto".