LORENZO MUCCIOLI
Cronaca

Il ricatto a luci rosse: "Paga o diciamo tutto a tua moglie". Arrestati un riminese e una trans

Imprenditore filmato con una prostituta bulgara, sborsa 20mila euro perché la coniuge non sappia nulla. Il video dell’incontro gli è stato inoltrato su WhatsApp insieme ai numeri di telefono dei suoi familiari

Sul ricatto a luci rosse indaga la polizia

Sul ricatto a luci rosse indaga la polizia

Rimini, 17 gennaio 2024 – Lo filmano mentre fa sesso con una trans e poi lo ricattano pretendendo fino a 80 mila euro per non inoltrare il video alla moglie. Un riminese di 66 anni e un cittadino bulgaro di 30, sono stati arrestati in un’operazione di polizia internazionale, condotta dalla squadra mobile di Rimini e dalla polizia bulgara, in esecuzione di un’ordinanza del gip, Raffaella Ceccarelli.

Il riminese è agli arresti domiciliari mentre la transessuale è in carcere in Bulgaria. Le accuse per entrambi sono di estorsione, mentre per il solo italiano è scattata anche quella di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Il 66enne è difeso dall’avvocato Tiziana Casali. Mentre la parte offesa è rappresentata dall’avvocato Alessandro Petrillo.

Secondo le indagini della squadra mobile di Rimini, coordinata dal sostituto procuratore Davide Ercolani, l’imprenditore dopo aver conosciuto la donna su un sito e aver consumato due rapporti a pagamento, si sarebbe visto chiedere somme di denaro sempre crescenti per evitare l’invio alla moglie e ad un’amica di un video in cui fa sesso con la prostituta. La polizia ha scoperto che il riminese oltre a dare la casa alla cittadina bulgara, aveva anche un rapporto di stretta collaborazione con questa. La trans è stata rintracciata in Bulgaria e si trova ora in carcere.

La vicenda ha inizio nel novembre scorso, quando l’imprenditore, dopo aver fissato un appuntamento con la transessuale attraverso un sito di incontri, la raggiunge nel suo appartamento. La prestazione sessuale si protrae più del previsto e così la trans fa lievitare la tariffa da 500 euro inizialmente concordati a 2mila. L’imprenditore accetta ed effettua quattro bonifici istantanei. La cosa sembra finita lì, ma qualche giorno dopo la 30enne torna a farsi vivo, chiedendo al riminese un migliaio di euro: somma necessaria a pagare le spese per un viaggio in patria. Anche stavolta l’imprenditore si convince ad aprire il portafoglio, ma è qualche settimana dopo che la situazione precipita. L’imprenditore scopre infatti di essere stato filmato mentre si trovava a letto con la transessuale: il video del loro incontro gli viene inoltrato su WhatsApp insieme ai numeri di telefono della moglie e della figlia. Una minaccia velata, che lascia intendere le intenzioni del bulgaro e del complice italiano. Le richieste di denaro, da quel momento in poi, si fanno sempre più pressanti. Per evitare di essere smascherato, l’imprenditore continua ad effettuare bonifici. Dopo averci rimesso quasi 20mila euro, decide però di andare a raccontare tutto alla polizia.