Sarà un 2024 di alti e bassi. Ma le cooperative mettono in cantiere nuovi investimenti

L’indagine di Legacoop: il 2023 si chiude in utile per oltre il 60% delle aziende associate . A Rimini il 44% delle imprese impiegherà in futuro risorse per innovazione e tecnologia.

Alle porte c’è un 2024 di alti e bassi per l’economia. E allora la parola d’ordine delle imprese cooperative è una sola: investire. Questo è lo scenario atteso da Legacoop Romagna, che nell’area vasta associa 380 imprese con 7,3 miliardi di valore della produzione, oltre 25mila occupati e 324 mila soci. Se da Roma, sottolinea l’associazione, continuano ad arrivare "segnali poco rassicuranti tra stagnazione, debito in crescita, risorse in calo per i servizi pubblici essenziali e inflazione", i segnali di ottimismo sono "tutti a livello locale". Secondo il centro studi di Legacoop il 2023 si chiuderà in utile per il 64% delle cooperative, con fatturato in crescita per il 58% delle associate. Un andamento ancora positivo, dunque, in linea con i risultati del 2022.

Il 65% delle cooperative ha pianificato o avviato per il prossimo triennio nuovi investimenti in innovazione e tecnologia, "con l’obiettivo – precisa Legacoop – di intraprendere la strada dell’autonomia energetica e di aumentare performance di produzione e prospettive sui mercati di riferimento". Un dato che sale all’81% nelle cooperative agroalimentari, al 70% nei servizi, al 75% fra le cooperative sociali e che scende fra le cooperative di produzione e quelle culturali. Nuovi investimenti che, analizzati per provincia, interesseranno il 44% delle imprese associate che operano nella provincia di Rimini (il 77% a Ravenna e il 59% a Forlì-Cesena). E ancora: il 69% delle imprese ha dichiarato che la Romagna si sta modernizzando. "Una percezione positiva sull’andamento del nostro territorio su cui la cooperazione continuerà a voler incidere, puntando, come sempre, a crescere". La tendenza all’investimento in ambito cooperativo romagnolo nel 2024 riguarda soprattutto i settori più colpiti dall’alluvione del maggio scorso (e cioè quello agricolo ed agroalimentare) e, ancor prima, dalla pandemia (quello dei servici sociali e socio sanitario). "Lo scenario nazionale e internazionale che ci attende – dichiara il presidente di Legacoop Romagna, Paolo Lucchi – fa percepire alle imprese cooperative romagnole i prossimi mesi come pieni di incertezze. Eppure, in questo quadro tutto meno che rassicurante, cogliamo anche un fortissimo segno di vitalità, che indica una controtendenza più che positiva. È il segno che deriva da una propensione all’investimento, in nuove tecnologie, in innovazione dei processi di produzione e di prodotto, in formazione del personale, che mette in luce una vitalità non comune a tutti i settori economici del nostro territorio".

Giuseppe Catapano