Siamo una provincia di secchioni Lontani dalla ‘povertà educativa’

Stando all’indagine del Sole 24 Ore i comuni meno scolarizzati si trovano soprattutto al sud. Bellini: "La dispersione si combatte fin da piccoli. Per questo investiamo nei nidi e nelle materne".

Siamo una provincia di secchioni  Lontani dalla ‘povertà educativa’

Siamo una provincia di secchioni Lontani dalla ‘povertà educativa’

Se si guarda alla classifica dei comuni in Italia dove è maggiore la povertà educativa, Rimini si trova sulla parte opposta della lista, alla posizione numero 84. Tuttavia i primi della classe, quelle realtà dove il livello di istruzione medio tra i residenti è più alto, rimangono lontani. L’indagine arriva con il Sole 24 Ore che ha stilato la classifica sulla ‘povertà educativa’ così da offrire una fotografia del livello di istruzione nel Paese. I dati si riferiscono al censimento Istat del 2021. L’analisi confronta l’incidenza della popolazione residente con un basso livello di istruzione. Emerge che mediamente nel Paese i cittadini con titolo di studio inferiore o uguale alla licenza media sono il 46%. Rimini si pone un paio di punti percentuali sopra la media, con un 48%. Il risultato migliore è quello di Roma con un 38,2%, seguita da Milano con il 40,1%. I migliori sono tuttavia altri. A Basiglio sempre nel milanese si arriva al dato più basso nel paese, appena il 27,6%. Mentre al contrario è Nardodipace, in Calabria, con un 80,6% il paese in Italia meno scolarizzato. Qui ci sono ancora le classi elementari accorpate, ovvero le prime e le terze in una stessa classe. Un mondo che appare molto lontano da Rimini, ma ciò non toglie che anche nel riminese ci si ponga il problema della povertà educativa. "Nella nostra città - spiega la vicesindaca Chiara Bellini - il livello di dispersione scolastica è molto contenuto, ciò non toglie che si tratta di un fenomeno da monitorare, agendo sulla prevenzione. La povertà educativa e la dispersione scolastica infatti non si argina quando già sono esplosi, con tentativi di reinserimento che spesso non restituiscono gli esiti sperati, ma si combatte a monte, investendo sui primi sei anni di vita dei bambini. Ci sono studi neuro scientifici internazionali che mettendo in relazione lo sviluppo del cervello e delle competenze cognitive, dimostrano come offrire ai bambini già dai primi anni di vita stimolo opportunità relazionali diminuisce la probabilità che questi in futuro possano avere difficoltà anche a livello formativo oltre che sociale". Se la dispersione si combatte fin dai primi anni di scuola, il Comune intende procedere in quella direzione "investendo sugli asili nido e sulle scuole d’infanzia, lavorando per ampliare l’offerta e le possibilità di successo“. Tant’è che con i nuovi nidi il comune riminese arriverà alla copertura del33% dei nuovi nati, come stabilito dall’Unione europea come traguardo nei prossimi anni.

Andrea Oliva