Sicurezza, la ricetta della Angelini "Più agenti in strada e street tutor"

Riccione, la candidata del centrosinistra: "Servono anche videosorveglianza e maggiore illuminazione"

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Certa che sicurezza e degrado siano diventati un problema serio per Riccione, Daniela Angelini, candidata a sindaco, elenca i provvedimenti da adottare per la nuova stagione balneare, in primo piano gli street tutor, facilitatori di strada da ingaggiare nelle aree della movida. Si tratta di nuove figure professionali che possono essere impiegate in attività di prevenzione dei rischi e mediazione dei conflitti. "Sicurezza e degrado – evidenzia l’Angelini – sono problemi che la nostra coalizione (Pd, M5S, Coraggiosa, Riccione 2030, Uniamo Riccione e Riccione nel Cuore, ndr) vuole affrontare immediatamente dopo il 12 giugno. Bisogna attrezzarsi con interventi immediati: utilizzo degli street tutor, videosorveglianza, maggiore illuminazione e aumento delle forze dell’ordine da chiedere con i comuni limitrofi che vivono lo stesso problema, perché le città della riviera d’estate vanno considerate come Roma e Milano".

Non solo repressione e controlli, l’Angelini incalza: "Dobbiamo lavorare sulla prevenzione per evitare che fatti come quelli della scorsa estate possano investire ancora la nostra città". Maniche rimboccate, d’altronde la richiesta di sicurezza è arrivata da comitati d’area e quartieri, quanto dai giovani. Nel piano d’azione ci stanno dunque anche i progetti educativi per i ragazzi che l’Angelini vuole portare avanti con un coordinamento tra quartieri, parrocchie, cittadini e famiglie per preparare insieme le azioni da attuare". In primo piano la legalità. "A sostegno di queste politiche – rimarca – in Regione esistono bandi e accordi di programma a supporto dei comuni. Su una richiesta voglio lavorare con convinzione: avere spazi a disposizione per i ragazzi. Se come è avvenuto negli ultimi sette anni in città si chiudono i centri di aggregazione giovanile nei quartieri, è poi facile puntare il dito contro i giovani, così non risolviamo alcun problema e non riusciamo a capirli. Per fortuna ci sono ancora le parrocchie che svolgono un grande lavoro educativo, ma non basta. Dobbiamo pensare insieme ai quartieri a progetti per i giovani, adottando ad esempio gli "educatori di strada".

Nives Concolino