Spiagge, concessioni quasi scadute "Lo Stato deve incassare di più"

L’ex assessore regionale Maurizio Melucci: "Occorre fare una legge quadro nazionale chiara". Federconsumatori: "Gli arenili devono tornare un bene comune, urgente disporre i bandi".

Spiagge, concessioni quasi scadute  "Lo Stato deve incassare di più"

Spiagge, concessioni quasi scadute "Lo Stato deve incassare di più"

"Tutti sono preoccupati per il futuro delle nostre spiagge. Preoccupazione legittima. Il tempo delle chiacchiere è terminato e la magistratura amministrativa (Consiglio di Stato) ha sentenziato che non vi sono più proroghe. Tutte le concessioni scadono il 31 dicembre 2023. Fra qualche mese. In questo breve periodo i Comuni dovrebbero fare i bandi per rinnovare le concessioni in assenza, per altro, di una legge quadro nazionale. Evidente che è molto complicato se non impossibile". Sul tema interviene Maurizio Melucci, in veste di ex assessore regionale. Che ricostruisce le vicende dal 2010 in poi. E formula una proposta: "Fare una legge quadro nazionale chiara, con questi punti salienti. Salvaguardia della tipicità della gestione degli arenili italiani caratterizzata da micro e piccola impresa. (limitare il numero di concessioni che può avere un singolo operatore). Libertà di accesso al mare in tutte le situazioni. Canone demaniale rivisto, ma uguale su tutto il territorio nazionale a parità di posizionamento economico della spiaggia. Non è il canone che può fare la differenza per l’assegnazione di una concessione. Lo Stato dovrà incassare comunque molto di più degli attuali cento milioni di euro.

Proposta di investimento. Questo l’aspetto più importante. I bandi debbono servire per produrre innovazione sulle spiagge per meglio competere sui mercati internazionali.  La durata della concessione deve essere parametrata agli investimenti previsti. Aumento del numero delle spiagge libere". In sostanza, conclude Melucci, "la proposta del 2011, depurata di alcune parti non più sostenibili dopo le sentenze dei tribunali di questi anni. Con questa legge, concordata ed approvata dall’Europa, si può prevedere anche un periodo di un anno per fare le evidenze pubbliche".

Sul tema interviene anche Federconsumatori Emilia Romagna, che "promuove" la sentenza del 28 agosto scorso del Consiglio di Stato che boccia la proroga delle concessioni al 31 dicembre 2024: "un atto che va nel senso della trasformazione dei beni demaniali marittimi con finalità turistiche in beni comuni". "Urgente disporre i bandi entro quella data... ed è necessario che il governo emani i decreti attuativi e i Comuni predispongano i modelli di bando delle evidenze pubbliche".

Mario Gradara