
Bar in una foto d'archivio Luna
Rimini, 4 dicembre 2018 - Prima spiata da un finto collega che in realtà era un investigatore privato. Poi licenziata dai titolari del bar dove lavorava, con l’accusa di essersi intascata parte degli incassi. Ma qualche settimana fa il giudice Lucio Ardigò, esaminato il caso, ha dato ragione alla barista riminese, difesa dall’avvocato Paolo Lombardini, e ha annullato il licenziamento. La donna ha deciso (è comprensibile) di non tornare più a lavorare nel locale e ha ottenuto un risarcimento di circa 40mila euro - pari a 27 mensilità e i relativi contributi - e anche il pagamento di 2.500 euro di...