Unione donne scende in campo è dice no al finanziamento saudita

L’affondo: "Si accettano soldi da uno Stato che non rispetta i diritti umani e in particolare quelli femminili"

Unione donne scende in campo è dice no al finanziamento saudita

Unione donne scende in campo è dice no al finanziamento saudita

"San Marino accetta finanziamenti da uno Stato che non rispetta i diritti umani e delle donne". Si torna a parlare dei soldi che potrebbero e dovrebbero arrivare dall’Arabia Saudita in prestito sul Titano per la realizzazione di alcune infrastrutture, in primis nuovo ospedale e aeroporto. E questa volta a scendere in campo, sollevando quella questione etica che anche i sindacati settimane fa avevano evidenziato, è l’Unione donne sammarinesi. "Senza entrare nel merito della bontà dei progetti – spiegano dall’associazione di San Marino – che saranno finanziati dal prestito saudita riteniamo non si siano valutate le conseguenze di questa scelta che espone il Paese ad una teocrazia in cui vengono sistematicamente violati i diritti umani". L’Arabia Saudita "è una monarchia assoluta in cui la legge religiosa – sottolineano – in una declinazione particolarmente ristretta e retriva, è legge dello Stato. Nel codice penale saudita troviamo la pena di morte per apostasia e per le adultere. L’ultimo rapporto di Amnesty International ci dice che nel 2022 vi sono state esecuzioni di massa che hanno riguardato anche chi è stato ritenuto colpevole di partecipazione e incitamento alla partecipazione a sit-in di protesta". È recente "per le donne la conquista della possibilità di avere la patente e di guidare l’automobile, ma sono ancora in carcere le attiviste che si sono battute per questa possibilità, in un Paese in cui vige la segregazione di genere e le donne sono sottoposte ad un tutore maschile a cui chiedere il permesso per lavorare, sposarsi o viaggiare. Donne la cui parola nei tribunali vale la metà di quella di un uomo e questo rende oltremodo difficile perseguire i reati

di violenza sulle donne; lo stupro del marito verso la moglie non è neppure contemplato tra i possibili reati". Da qui il ’no’ di Uds. "Questi finanziamenti arrivano perché, su ammissione dello stesso governo, l’Arabia Saudita cerca di farsi una immagine internazionale positiva, cerca di normalizzare un’immagine che la lega all’estremismo islamico e al finanziamento di moschee frequentate da attentatori. Forse la contropartita non sarà la nascita di un centro religioso integralista, ma l’appoggio nelle sedi internazionali su votazioni che riguardano l’Arabia Saudita e la quiescenza verso la sua quotidiana violazione dei diritti umani. È in gioco la credibilità internazionale di San Marino, disposto a giocarsela per un finanziamento a tasso agevolato".