Polo Natatorio di Rovigo, la Corte dei Conti indaga sull’ex giunta Merchiori. Si ipotizza un danno erariale per 5 milioni e mezzo di euro

Il controllo è incentrato sulle delibere dell’impianto di viale Porta Po. Dal 1° febbraio la piscina sarà chiusa per lavori di manutenzione. Polemiche sul fallimento del progetto

Corte dei Conti: indagini aperte sul centro natatorio di Rovigo

Corte dei Conti: indagini aperte sul centro natatorio di Rovigo

Rovigo, 18 gennaio 2024 – Riflettori accesi sulla giunta dell’ex sindaco Fausto Merchiori: indaga la Corte dei Conti. A Rovigo non c’è pace e non si spengono le polemiche sul Polo Natatorio, l'operato della giunta di centrosinistra che ha amministrato la città dal 2006 al 2011 è sotto la lente dei giudici. Si ipotizzano danni erariali per 5,6 milioni di euro. 

Nel mirino, il project financing del centro e le delibere che hanno permesso la costruzione del polo natatorio di viale Porta Po, stabilendo oneri di gestione e importi a carico dei privati e dell'Ente pubblico, con varie clausole.

Cosa sta succedendo a Rovigo

Negli uffici di Palazzo Nodari è arrivato mercoledì 17 gennaio un documento che dà conto della ‘costituzione in mora’, questo per interrompere i termini di prescrizione. Nello specifico, la Corte dei Conti stima danni erariali per 5,6 milioni di euro, cifra molto simile a quella che l'attuale amministrazione – anche questa di centrosinistra, ma guidata dal sindaco Edoardo Gaffeo (in carica dal 2019) – ha deciso di pagare nel tentativo di chiudere il contenzioso con le banche e i privati.

Chi sono gli indagati

Oltre ad alcuni assessori in carica tra il 2006 e il 2011, tra i soggetti citati negli atti notificati in Comune ci sono anche dei dirigenti dell’Ente, alcuni non più in servizio presso l'amministrazione rodigina.

Chi è l’ex sindaco Merchiori

Fausto Merchiori, ex docente universitario, nel 2001 era stato eletto consigliere comunale di opposizione. Alle elezioni comunali del 2006, poi viene candidato a sindaco di Rovigo sostenuto da una coalizione di centrosinistra formata da liste civiche, vincendo al ballottaggio. Rimarrà in carica fino al 2011, quando non si ricandida alle elezioni successive.

Polo natatorio: cosa sappiamo

Nel corso del suo mandato amministrativo, sicuramente al centro della discussione politica c’è stato il Polo Natatorio di viale Porta Po. Un’opera che rientrava in un project financing con i privati, i quali avrebbero avuto la gestione per 25 anni e un conseguente versamento di un canone annuale, oltre la proprietà dell’ex piscina di viale Porta Adige, per demolirla e costruire un complesso residenziale.

La chiusura del centro 

Nella mattinata di lunedì 15 gennaio, il sindaco Edoardo Gaffeo e l'assessore allo sport Mattia Milan hanno spiegato tutta la questione. Gli amministratori hanno comunicato come il Polo natatorio necessita, da un lato, di una regolarizzazione per quanto riguarda la gestione dell'impianto, dall'altra di interventi di manutenzione straordinaria, necessari a garantire la massima sicurezza all’utenza nell’utilizzo dell’impianto sportivo comunale.

Pertanto, a partire dal 31 gennaio 2024, il Polo Natatorio verrà chiuso fino al mese di aprile.

Le polemiche sul fallimento 

Nel merito della chiusura del Polo Natatorio, grande il disagio per tutti coloro che utilizzavano la piscina. In una nota, il gestore dell’impianto – la Rhodigiumnuoto 2006 – ha spiegato le motivazioni del cao. “Il 31 gennaio 2024, Rhodigiumnuoto consegnerà il Polo Natatorio al Comune di Rovigo. Dal fallimento della concessionaria Veneto Nuoto, avvenuto nell’ottobre 2018 – spiegano i gestori – la gestione del Polo Natatorio è stata lasciata per oltre 5 anni sulle spalle della nostra società, senza che il Comune si sia interessato alla stessa, nonostante l’intervenuto fallimento della concessionaria e l’assunzione del concordato fallimentare da parte dell’Amministrazione".

In conclusione, la società gestore del Polo Natatorio ha aggiunto: “La necessità di eseguire un lavoro di straordinaria manutenzione su una delle vasche non avrebbe impedito l’erogazione del servizio, anche se a scartamento ridotto. Si tratta di una decisione assunta dal Comune, che penalizza la cittadinanza e che poteva essere evitata se solo l’Amministrazione non fosse stata inerte per tutti questi anni sulla questione della gestione".