Femminicidio di Bovolenta, che fine ha fatto Alberto Pittarello? Suicidio o fuga dopo aver ucciso Sara Buratin

Il suo furgone è stato trovato nel fiume Bacchiglione ma il maltempo ha impedito di ripescare il mezzo e verificare se l’uomo sia a bordo

Bovolenta (Padova), 28 febbraio 2024 – Manca ancora il corpo del presunto killer. Il nubifragio che sta interessando il Veneto e tutta Italia lascia diversi interrogativi nel femminicidio di Padova. La piena causata dal maltempo nel fiume Bacchiglione ha impedito ieri la ripresa delle operazioni per il recupero del furgone di Alberto Pittarello, ex compagno di Sara Buratin, trovata morta accoltellata fuori dalla casa della madre a Bovolenta, nel Padovano. 

Alberto Burattin (a destra) e il luogo dove si è inabissato il suo furgone (nel tondo Sara Burattin)
Alberto Burattin (a destra) e il luogo dove si è inabissato il suo furgone (nel tondo Sara Burattin)

Sul posto i vigili del fuoco, assieme ai carabinieri del nucleo investigativo. La forte corrente e l’eccezionale portata d’acqua del fiume, in fase di piena, non hanno consentito ai sommozzatori di lavorare in sicurezza. Il mezzo del 39enne è stato comunque individuato dall’ecoscandaglio: si trova a 5 metri di profondità. Le ricerche riprenderanno domattina.

Tra le piste investigative non è esclusa quella del suicidio dell’uomo, ma si considera anche l’ipotesi (più remota) di una fuga, magari con un altro veicolo. Sull’argine del Bacchiglione, tuttavia, è stato rinvenuto il cellulare dell’uomo. Sulla strada che costeggia l’argine, in località di Ca’ Molin, sono stati inoltre trovati segni evidenti di pneumatici, con una direzione che porta verso il fiume.

Che fine ha fatto Alberto Pittarello? Il tecnico delle caldaie che si era preso per martedì (proprio quando è avvenuto il delitto) un giorno di permesso da lavoro, è stato visto per l’ultima volta alle 10.35 uscire dalla casa di viale Italia, la stessa abitazione dove – pochi minuti dopo – è stata trovata senza vita (con ferite compatibili con 20 coltellate alla schiena) la sua ex compagna. A fare la straziante scoperta è stata la madre della donna. Finché il corpo dell’uomo non spunterà dal fiume, però, qualsiasi ipotesi resta aperta, anche – appunto – quella del depistaggio.

Intanto le indagini dei carabinieri, coordinate dal sostituto procuratore di Padova Sergio Dini, seguono l’ipotesi della premeditazione: sono diversi i punti che convergono in questa direzione. Oltre al fatto che Sara avesse lasciato Alberto da una quindicina di giorni, infatti lui viveva da solo in casa, l’altro ieri Pittarello ha anche teso una trappola alla madre di sua figlia. Ecco la scusa per vederla, che è emersa dai messaggi: consegnarle un motorino (inesistente) da dare alla figlia 15enne che martedì – tra le 10.05 e le 10.35, proprio l’ora in cui gli investigatori fissano il femminicidio – era a scuola.

Pittarello poi scompare – o si uccide inabissandosi nel Bacchiglione con il furgone – non prima di aver gettato in corsa, dal finestrino, il suo cellulare che viene recuperato a circa duecento metri dal punto dello sbandamento (forse) fatale. Assieme a dei pezzi di carrozzeria del suo furgone. Cosa ha portato Pittarello a uccidere Sara? Lei e Alberto stavano insieme praticamente da tutta la vita, con la figlia nata nel 2008. La relazione, però, nel tempo si incrina e finisce due settimane fa, quando Sara torna a vivere con la bimba a casa da mamma Maria (rimasta vedova di papà Franco tre mesi fa). Il resto della tragedia è noto: la trappola e le coltellate a tradimento. Lei non si è difesa, non ha nemmeno avuto tempo di urlare. La famiglia di Pittarello si è chiusa nel proprio dolore: "Alberto non è più tornato a casa, non sappiamo nulla".