Ascoli, 31 ottobre 2012 - PER GLI AVVOCATI di Salvatore Parolisi ci sono piste alternative che porterebbero ad altri assassini. In attesa di leggere le motivazioni del giudice Marina Tommolini e di presentare ricorso in Appello, gli avvocati Gentile e Biscotti cominciano a muovere le prime pedine sullo scacchiere della seconda fase processuale. Per loro Salvatore Parolisi non è il killer di Melania, non ha ucciso la moglie nel bosco delle casermette il 18 aprile 2011 e non è neppure tornato il giorno dopo a sfregiare quel corpo supino tra i pini di Ripe di Civitella. Una pista alternativa sarebbe quella indicata da un pentito del clan dei Casalesi. L’uomo sin dalle prime fasi dell’inchiesta, avrebbe detto che non era Salvatore l’assassino, ma di cercare in altri ambiti. C’è da dire che dopo il delitto di Melania, quando Parolisi era in cella, senza collegamenti con quella vicenda, venne arrestata la soldatessa 25enne Laura Titta, che era la vivandiera di un boss della camorra. La ragazza comunque era arrivata in caserma dopo che Parolisi era già andato via. Una voce che gli inquirenti hanno evidentemente sentito e non tenuto in considerazione ma che adesso per Biscotti e Gentile diventa invece un elemento importante per poter indicare un nuovo scenario e un nuovo colpevole per il delitto di Melania Rea.

NEL CORSO della lunga indagine e della fase processuale un’altra pista era venuta all’attenzione degli inquirenti e questa portava la firma di un magistrato di Roma: Paolo Ferraro aveva ipotizzato la relazione tra la morte di Melania e presunte attività massoniche legate al mondo militare. Secondo il magistrato la donna aveva scoperto questo tipo di pratiche o, addirittura, ne era stata vittima. Anche in questo caso gli inquirenti non hanno ritenuto attendibile questa segnalazione e Ferraro è stato oggetto di un provvedimento disciplinare e di un trattamento sanitario. Per Biscotti e Gentile, comunque, la battaglia è appena agli inizi: dopo il primo grado si preparano all’Appello. «E, se necessario, anche in Cassazione» affermano i due avvocati.

Natalia Encolpio

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