Ascoli Piceno, 23 dicembre 2012 - Il gup di Teramo Marina Tommolini descrive la figura di Melania Rea come “divenuta dominante”, che dopo la scoperta del tradimento del marito lo “umiliava” verbalmente e un Salvatore Parolisi, “subdolo e violento”, e con una “enorme frustrazione” per quel rapporto “diventato impari” che lo vedeva in una “sorta di sudditanza”. Tanto che uccise la moglie in un “delitto d’impeto” perché lei, nella pineta di Ripe di Civitella, rifiutò di avere un rapporto sessuale, così “ha reagito all’ennesima umiliazione, sferrando i primi colpi”: scrive il gup nelle motivazioni della sentenza, che il 26 ottobre scorso ha condannato il caporalmaggiore all’ergastolo.

Melania, in base ai tabulati, ha contattato telefonicamente Ludovica, l’amante del marito, in tre occasioni, il 15 gennaio 2010, il 3 aprile 2010 e il 12 aprile 2010, e - annota il gup - “era verosimilmente convinta che il rapporto tra la ‘soldatessa’ e il marito fosse terminato, per come confermato dai familiari, percependo i vicini di casa ed i conoscenti un sereno e tranquillo rapporto coniugale”. “Tuttavia - aggiunge il giudice - la donna (innamorata ma decisa) doveva aver adottato un (comprensibile e forse inconsapevole) atteggiamento di ‘rimprovero’ nei confronti del Parolisi, ‘controllandolo’ e facendolo vivere in una sorta di ‘sudditanza’ morale e fisica (già, peraltro, in parte esistente per il divario economico e culturale ravvisabile tra le rispettive famiglie di origine, ‘riscattandosi’ il prevenuto con l’attività militare, motivo di ‘avanzamento’ sociale e di enorme orgoglio personale)”.

A conferma il gup riporta la testimonianza di Gennaro Rea, cugino del padre di Melania, che dichiarava di avere avuto modo di parlare con Salvatore, dopo la morte della moglie, in tre occasioni. E nel corso delle conversazioni - si legge nelle motivazioni del gup - “Parolisi, oltre ad ammettere i propri tradimenti ( sottolineando che,tuttavia, Melania era convinta che fossero finiti), gli aveva confidato che la predetta lo ‘umiliava’ tutti i giorni rinfacciandogli questa vicenda e generando in lui una frustrazione che trovava conforto proprio nel continuare il rapporto con quella ragazza, aggiungendo che Carmela lo aveva talmente stressato a causa della sua relazione extraconiugale da farlo ricorrere ad una visita medica per un problema agli occhi ed alla testa”.

Il “malessere in cui viveva il Parolisi - prosegue il gup - emergeva anche da un sms inviato alla moglie il 22 marzo 2011”: “Sei sempre tu quella che sbaglia sempre e siccome stai sempre sul chi va la prendi sempre decisioni...affrettate fai sempre di me quello che vuoi e vero ti ho detto una bugia per giustificare il mio ritardo per nn farmi rimproverare da te ma come sempre mi rendi ridicolo davanti a tutti grazie per questo”. E “che Melania potesse avere reazioni verbali violente ed umilianti verso il marito per il tradimento” con Ludovica, viene confermato - annota il gup - dal fratello di Melania, che riferendosi ad un episodio dice: “... lo aggredì in maniera tale da farlo sentire un verme...”.

Le motivazioni del gup di Teramo, Marina Tommolini, che ha condannato a ottobre scorso all'ergastolo Salvatore Parolisi sono state depositate ieri. Ma ne' i legali del caporal maggiore (Valter Biscotti e Nicodemo Gentile) ne' il legale della famiglia Rea (Mauro Gionni) hanno ancora avuto copia ne' hanno avuto possibilita' di leggerla per capire cosa abbia convinto il gup Tommolini a condannare al carcere a vita il sottufficiale. Il "no comment" accomuna difesa e parti civili.

"Non possiamo rilasciare commenti senza aver letto le motivazioni della sentenza", dicono i legali. Per i difensori di Parolisi, al di la' dei commenti, sembra certa la strada del ricorso in Appello, se non altro perche' vogliono dimostrare la completa estraneita' al delitto di Ripe di Civitella (avvenuto il 18 aprile del 2011 nel bosco delle Casermette) ed anche che Parolisi ha detto sempre la verita'.

E' stata questa l'impostazione difensiva tenuta durante il processo. Le motivazioni di condanna di Parolisi sono contenute in 67 pagine in cui il gup farebbe emergere come la prova fattuale della colpevolezza sia piu' forte di quella scientifica. Quel delitto sarebbe la risposta al rifiuto di Melania ad avere un rapporto sessuale al bosco delle Casermette dove la coppia si sarebbe diretta il giorno della scomparsa di Melania
spostandosi da Colle San Marco. La donna doveva fare pipi' e si era nascosta dietro al chiosco; il marito avrebbe voluto avere un rapporto sessuale, ma Melania avrebbe rifiutato scatenando la sua ira culminata con le 35 coltellate mortali.

FOTO E VIDEO Tutte le tappe del delitto Rea

LA SENTENZA Parolisi condannato all'ergastolo

IL RACCONTO DELLA GIORNATA Il giorno della verità a Teramo

LE REAZIONI La famiglia Rea in lacrime

LE REAZIONI / 2 Salvatore piange in cella. L'avvocato: "Daremo battaglia"

LA SCHEDA Dalla scomparsa di Melania al processo di Parolisi