Bologna, 20 gennaio 2014 - Bologna piange la morte di Claudio Abbado. Bologna, la sua ultima casa: qui Claudio Abbado è morto circondato dalla famiglia, stamani poco prima delle nove. Bologna, sede della sua ultima creatura, l'Orchestra Mozart. Bologna, che proprio per lo stop all'attività della Mozart aveva capito che qualcosa non andava. Restano la sua memoria, il suo lavoro, la casa in Santo Stefano, l'immagine di un uomo arrivato sereno e attivissimo a 80 anni. A giugno ne avrebbe compiuti 81. La camera ardente verrà allestita in Santo Stefano domani, martedì, dalle14 a mezzanotte e mercoledì, dalle 8.30 a mezzanotte. La salma nella chiesa di San Vitale e Agricola.

La liturgia di commiato di Abbado, per volontà dei familiari, avverrà in forma strettamente privata. Lo si apprende dalla basilica di Santo Stefano dove sarà allestita domani la camera ardente, nella chiesa dei Santi Vitale e Agricola del complesso delle Sette Chiese a Bologna.

La nota della famiglia: "Questa mattina alle 8.30 è morto serenamente Claudio Abbado circondato dalla sua famiglia. Le informazioni relative alle esequie verranno comunicate successivamente”. La famiglia del maestro Abbado ha chiesto “nel rispetto del pensiero di Claudio, di non inviare fiori e necrologi, ma di esprimere il proprio ricordo con donazioni”. Ecco i riferimenti del centro di ematologia oncologia pedriatica Bologna (IBAN IT 87 E 0200802474000103019755 CODICE BIC UNCRITMM) e della Casa Circondariale Dozza-Giovanni Nicolini, (IBAN IT78 W063 8536 7900 7400 0048 43S coordinata bancaria internazionale BIC CRBOIT2B).

 

"Mi sento onorato e commosso", disse Abbado quando ricevette la nomina a senatore a vita. Era il 31 agosto 2013. Le sue parole erano tutte dedicate all’amico e Capo dello Stato, Giorgio Napolitano: «La mia gratitudine va al presidente Napolitano per aver voluto inserire, fra coloro che ‘hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo scientifico, artistico e sociale’, un rappresentante della cultura, e in particolare di quella musicale rimarcandone così l’importanza e il valore, accanto alla scienza, quale strumento di crescita e sviluppo per il Paese».

 

ABBADO disse di considerare questa nomina anche come «una grande opportunità per poter collaborare con personalità di rilievo come quelle di Elena Cattaneo, Carlo Rubbia e Renzo Piano». E concluse: «Spero che il mio stato di salute mi consenta di accettare questo prestigioso incarico, per il quale considero doveroso poter garantire assiduità e dedizione». Da tempo era malato. E nelle frase di quest'estate si può cogliere questa preoccupazione, ormai tragicamente vera.

 

La storia d’amore tra Claudio Abbado e la città di Bologna (al Sant’Orsola c’è un albero in suo onore) inizia nell’autunno del 2004, quando il direttore d’orchestra, dopo un anno passato tra i teatri di Ferrara e Reggio Emilia, decide di fondare l’Orchestra Mozart. La città lo accoglie come una ‘star’ internazionale della musica e dopo appena quattro anni gli attribuisce la cittadinanza onoraria (giunta Cofferati), a cui segue la sua scelta di trasferirsi definitivamente a Bologna, nella sua casa in zona Santo Stefano (foto). Ma Abbado è anche molto altro, non solo musica. Nella sua vita ha dimostrato di dedicare gran parte di sé all’impegno sociale, soprattutto in tema ambientale.

 

L’assessore alla mobilità Andrea Colombo lo sa bene, dato che nel recente passato il direttore d’orchestra ha avuto lunghi colloqui con il giovane della giunta Merola, a cui ha presentato le sue proposte per una mobilità sostenibile. Intriso dell’esperienza delle pedonalizzazioni viennesi Abbado ha certamente apprezzato l’iniziativa dei T-days. Oltre all’ambiente Abbado è impegnato anche nel progetto Abreu, di cui è presidente onorario in Italia. Si tratta di un sistema di educazione musicale pubblica, diffusa e capillare, con accesso gratuito e libero per bambini e fanciulli di tutti i ceti sociali. A Bologna Abbado ha molti amici, tra i principali c’è sicuramente Fabio Roversi-Monaco, presidente di Banca Imi e a lungo rettore e presidente della Fondazione Carisbo, ma anche le famiglie Montroni e Forni con cui condivide l’interesse per l’arte e la cultura. E proprio in occasione della sua ultima esibizione del 9 giugno in città, il presidente Giorgio Napolitano aveva voluto essere presente per salutare l’amico e applaudire l’artista.

 

di Valerio Baroncini

 

Il cordoglio delle istituzioni - Quel concerto in Santo Stefano nel 2010