Pesaro, 5 giugno 2013 - Una ragazza di colore che abita lì vicino sente dei colpi forti, si affaccia alla finestra, vede sfrecciare in via Paterni a tutta birra una macchina, un Suv nero Bmw. Scende in strada. Riverso a terra, faccia contro l’asfalto e contro un tubo di ferro, all’altezza del civico 21 e 23, crivellato da 7 colpi calibro 7,65, c’è il corpo di Andrea Ferri, 50 anni (foto) , soprannomimato, come il padre e il nonno, ‘Benanca’, incensurato, residente in via Hermada 24 con la moglie e due figli, un maschio e una femmina. E’ morto sul colpo, colpito alla testa e alla schiena.

Ha una maglietta bianca insanguinata, il braccio sinistro steso verso l’alto, calza un paio di pantaloni neri, ai piedi un paio di scarpe da ginnastica. Ferri gestisce per conto di Acema spa tre distributori di benzina: la Tamoil di Soria, la pompa bianca Iperstation vicino all’Iper Rossini e il Tamoil di Montecchio. Partecipa da socio ad un nuovo chiosco-gelateria in spiaggia, Sottomonte, che si chiama ‘‘Pucci beach’’. Ferri ha giocato a calcetto nei pressi di via Togliatti coi colleghi e amici di una vita, "come succede — dice uno dei suoi amici del cuore, Franco Bertozzini, che lavora alla Tamoil di Soria — ogni lunedì da anni, con la neve o con 35 gradi". Poi sono andati tutti a mangiare la pizza da Miki’s, a Baia Flaminia. E’ qui che si salutano poco prima di mezzanotte. Ma Ferri non va a casa.

Va in via Paterni. Lì ci sono delle persone che conosce. Entra nella casa di una nigeriana 34enne, poco distante dal punto in cui ha lasciato il suo Bmw X6, una macchina che di listino costa dai 71 ai 94 mila euro, a seconda dei modelli. Resta in quella casa per un po’. Poi esce. L’assassino lo aspetta al varco, probabilmente nascosto dietro una gru che, per lavori di ristrutturazione, si erge proprio davanti al punto in cui è stato trovato il cadavere. Lui entra nella macchina, l’assassino o gli assassini gli sparano a bruciapelo. La Bmw ha i finestrini laterali frantumati, tranne uno. L’assassino gli ha sparato probabilmente da tutti e due i lati.

Ferri esce dalla macchina, per fuggire, ma è già stato colpito. Viene freddato sul lato opposto della strada (foto). La ragazza di colore sente i botti. Non solo lei. Una serie di altre persone che a quell’ora — è da poco passata l’una — sono ancora sveglie o si svegliano con i colpi di pistola. "Li ho scambiati per petardi — dice Franco Fulvi, che abita lì vicino — dalla finestra ho visto l’ambulanza". Idem una coppia di anziani nella casa davanti al luogo del delitto.

L’assassino prende il Suv e percorre via Paterni, fino all’incrocio con viale della Vittoria, gira a sinistra, percorre un totale di circa 400 metri, semina vetri, quelli frantumati dai colpi, lungo tutto il suo percorso, e, a circa dieci metri dall’incrocio con viale Napoli, lascia sulla destra la macchina, sotto i pini, davanti al civico 314. Lì abita Lucia Lazzari, che dice: "Ho sentito dei colpi, come un incidente, o una frenata, ma ero stanca, non mi sono affacciata".

Nel frattempo sono arrivati l’ambulanza del 118 e i carabinieri(video). La ragazza di colore e una sua amica, hanno riconosciuto il corpo di Andrea Ferri. I carabinieri fanno una perquisizione nella stanza di una delle due. Poi sentono anche il fidanzato della ragazza. Perché ancora manca un movente a questa storia, oltre al nome dell’assassino. Perchè hanno ammazzato Ferri? Gelosia? Per uno sgarro che lui aveva fatto a qualcuno? Eppure sono stanti quelli che senti sono pronti a giurare che Andrea Ferri era simpatico e generoso, uno che aiutava gli amici, la gente. C’è anche scritto su un mazzo di fiori bianchi, depositato dove c’era il suo sangue: "E ora come faremo senza di te? Ciao Andre".

Alessandro Mazzanti

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