A Senigallia la piazza resta divisa: "Questa giunta di centrodestra non si riconosce nell’evento"

Il presidente della locale sezione dell’Anpi spiega il perché della doppia manifestazione "Istituzionalmente devono celebrarlo ma lo fanno in maniera stanca e triste. Tutto sottotono".

A Senigallia la piazza resta divisa: "Questa giunta di centrodestra non si riconosce nell’evento"

A Senigallia la piazza resta divisa: "Questa giunta di centrodestra non si riconosce nell’evento"

Senigallia ancora una volta avrà la piazza divisa, con due manifestazioni diverse per il 25 aprile: quella istituzionale in mattinata in piazza Roma, dove ha sede il Municipio e quella organizzata dall’Anpi al pomeriggio, al Foro Annonario. Leonardo Giacomini da anni presiede la sezione Anpi di Senigallia. Giacomini, anche quest’anno organizzerete le celebrazioni al Foro, ma sarete anche a quella istituzionale del Comune. Perché?

"In passato non abbiamo partecipato ma crediamo sia giusto andare perché in piazza Roma si è sempre celebrato il 25 aprile a livello istituzionale. Certo, quella organizzata dal Comune pare più una cosa fatta perché si deve fare che quella che invece dovrebbe essere, cioè una festa nazionale".

La Giunta di centrodestra non crede nella Liberazione?

"Non voglio fare ulteriori polemiche ma mi sembra chiara la volontà dei nostri amministratori di tenere il più possibile paludata, sottotono, una festa nazionale in cui non si riconoscono. Istituzionalmente devono celebrarla ma lo fanno in maniera stanca e triste, senza citare nemmeno la parola antifascismo". Ha senso, oggi, parlare ancora di antifascismo?

"Sì, ce l’ha. Il 25 aprile è il giorno in cui il Comitato di Liberazione Nazionale dell’Alta Italia diramò l’ordine di insurrezione generale in tutti i territori occupati dai nazifascisti e, nel giro di pochi giorni anche l’Italia settentrionale fu libera. Da lì partì quel processo virtuoso che restituì finalmente agli italiani la libertà, di cui poterono godere tutti, anche gli eredi e i complici del fascismo. Da quel processo si arrivò alla Repubblica e alla Costituzione, che enuncia quali diritti irrinunciabili la partecipazione, le pari opportunità, la solidarietà, la cura, l’istruzione, l’ambiente. La nostra è una Costituzione Repubblicana democratica e antifascista, è bene ricordarlo".

Ma l’Italia, Senigallia, sono ancora antifasciste?

"Sì, non ho dubbi. Sono convinto che la grande maggioranza delle persone si riconosca in questi valori, anche se rispetto al passato qualcosa è cambiato".

Che cosa?

"Una volta c’era più sentimento, diciamo così. I partiti potevano essere molto divisi su alcune questioni ma tutti si riconoscevano nell’antifascismo. Oggi c’è una carenza di memoria, il problema è quello, ci si dimentica della storia. Coltivare la memoria delle radici della nostra democrazia è fondamentale per difendere i valori democratici sanciti della Costituzione repubblicana e antifascista. La società è diversa dal passato, ma sono ottimista: gli iscritti Anpi sono aumentati, non mancano i giovani e al Foro Annonario già gli altri anni c’era tanta gente".

Ci sarà anche il sindaco secondo lei?

"Non lo so. La festa da noi organizzata è aperta a tutti, è libero di venire ed essere il sindaco di tutti e non di una parte".