"Acido cianidrico e poliuretano, sono questi a preoccuparci di più"

Marchetti (Arpam): "Entro 48 ore i risultati dei campionamenti". Paroli e il sindaco: "Non c’era amianto". Pezzi della copertura trasportati dal fumo, i valori delle polveri sottili rientrati pian piano nella norma

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di Pierfrancesco Curzi

"Non possiamo escludere in questo momento la totale assenza nell’atmosfera di acido cianidrico. Il dato emergerà dalle analisi effettuate dai nostro laboratorio mobile giunto in aiuto dall’Umbria. Sapremo essere più precisi domani (oggi, ndr.)". L’unico dubbio legato alla tossicità del fumo prodotto dalla combustione del materiale stoccato dentro il grande deposito alla Zipa del porto riguarda il materiale in poliuretano e la suggestione arriva direttamente dal direttore dell’Arpam Marche, Giancarlo Marchetti. Stiamo parlando di cataste di gommapiuma pressata andate letteralmente in fumo: "I risultati dei campionamenti saranno complessivamente terminati entro 24-48 ore al massimo, ma è proprio quella gommapiuma a preoccuparci di più rispetto a tutto il resto _ hanno aggiunto lo stesso Marchetti e il sindaco, Valeria Mancinelli, al termine della riunione straordinaria del Coc, il centro operativo comunale. Si tratterebbe comunque di una presenza nell’aria non in grado di causare danni importanti, altrimenti avremmo assunto altre misure e preso precauzioni diverse. Ripeto, questa possibile presenza di acido cianidrico ci preoccupa un po’, ma entro poche ore, domattina al massimo, saremo in grado di fornire dati precisi in materia. Per essere il più precisi abbiamo installato tre campionatori speciali di cui uno direttamente alla fonte, ossia all’origine del rogo". Dall’analisi globale dell’episodio è stata per fortuna esclusa la presenza di amianto bruciato nel rogo: "Nessuno degli edifici bruciati presentava parti in amianto, c’erano in passato, ma dopo la ristrutturazione degli anni passati era stato tolto, a partire dall’eternit" conferma il segretario generale dell’Autorità Portuale, Matteo Paroli, smentendo fake news emerse sui social nel corso della giornata di ieri. L’incendio ha causato una serie di conseguenze ben evidenti per la città, a partire dalla ricaduta di materiale bruciato in quartieri anche lontani dal porto. Pezzi trasportati dall’altissima colonna di fumo alimentata per quasi 18 ore senza sosta. Per non parlare dell’odore acre del fumo stesso, penetrato nelle case e depositatosi su davanzali, terrazzi e balconi. Le analisi dell’Arpa Marche riguarderanno anche altre fonti inquinanti: "Nel momento di maggiore diffusione dell’incendio e della colonna di fumo _ aggiunge Marchetti _ i valori delle Pm1, le polveri sottili più spesse, ha raggiunto il valore di 250 microgrammi per metro cubo, per poi tornare nel pomeriggio (ieri, ndr.) attorno a 20 e in fase di calo costante. Il valore normale si aggira attorno a 4-5 microgrammi al metro cubo. Questo dato è in continuo monitoraggio grazie ad una serie di campionatori speciali ad alti volumi d’aria montati in vari unti della città, uno dei quali proprio qui sopra la sede del Comune. Sono una specie di cestello gigantesco, un cilindro che aspira tantissima aria, quindi più attendibile di altri, coi filtri che poi vengono sfilati, portati in laboratorio e analizzati. I primi filtri li abbiamo già presi dopo le 12 ore di servizio e entro 1-2 giorni avremo i risultati". Infine un’ultima fonte di preoccupazione: "Le diossine e qui i tempi delle analisi sono più lunghi, almeno una settimana _ conclude il direttore dell’Arpam _. Si tratta di tracciare elementi nanogrammi, un miliardesimo di grammo e la cosa richiede una tempistica più ampia".