
Titti Marruocco (a sinistra) e la sorella Raffaella a cui era molto legata
"Posso dire che era ora che si riconoscesse questo reato. Non mi ridarà mia sorella indietro ma almeno mi fa sperare che possa servire a prevenire certi delitti, a credere che serva a qualcosa perché non è un fenomeno che si sta fermando. Le donne continuano a morire per mano di uomini, succede un giorno sì e l’altro pure. Sentire certe notizie per me e la mia famiglia ogni volta è una ferita che si apre. Sono passati solo due anni dalla morte di mia sorella, ci manca moltissimo, è come se fossimo morti anche noi".
Così Raffaela Marruocco, sorella di Concetta Marruocco, uccisa a coltellate a 53 anni, a Cerreto d’Esi, il 14 ottobre del 2023, mentre si trovava a letto a dormire, commenta il disegno di legge appena approvato al Senato per il reato di femminicidio. Titti, come la chiamavo i suoi cari, è stata uccisa dal marito Franco Panariello, 56 anni, da cui si stava separando e dal quale si era allontanata dopo le denunce di maltrattamenti. L’uomo aveva il divieto di avvicinamento con il braccialetto elettronico che quella notte però non ha suonato quando è piombato a casa della moglie. Il 17 dicembre scorso è stato condannato all’ergastolo, in primo grado. Ora si attende che venga fissato il processo di appello. Il reato di femminicidio riconosce la gravità della condotta contro chi considera le donne esseri inferiori, punta a far frenare questa ferocia assassina. "Ogni volta che penso a Concetta e a quello che ha subito – continua la sorella Raffaela – mi mancano le parole. Noi la teniamo viva ogni giorno in casa, la ricordiamo in tutte le ricorrenze. Io cerco di stare vicino ai figli ma una madre è un’altra cosa, non la puoi sostituire, questi ragazzi sono rimasti orfani. La più piccola ha compiuto ormai 18 anni. Non se ne può più di queste morti, speriamo di vederne la fine". Per Raffaela il nuovo reato "è un riconoscimento importate ma bisognerebbe fare qualcosa di più affinché non si arrivi alla punizione e si stronchi il fenomeno prima per impedire che le donne muoiano, una prevenzione affinché certi fatti non succedano mai più. Solo chi li vive purtroppo sa cosa vuol dire, il resto del mondo sì, si dispiace ma non è un loro parente".
"Non so se questa legge, se fosse arrivata prima, avrebbe fatto in modo che mia sorella fosse ancora viva qui con noi – osserva Raffaela – sicuramente lei l’avrebbe appoggiata perché Concetta era una combattente, lottava, voleva riprendersi la sua vita, aveva detto basta ma il marito non glielo ha permesso. Credo che oltre alla pena dell’ergastolo vadano garantite forme di custodia più rigide, non lasciamo liberi questi uomini o uccideranno di nuovo".