Agricoltori in ginocchio: "Un’annata disastrosa. La Regione si muova"

Agrinsieme Marche ha snocciolato i sette punti cruciali

Agricoltori in ginocchio: "Un’annata disastrosa. La Regione si muova"

Agricoltori in ginocchio: "Un’annata disastrosa. La Regione si muova"

"Veniamo da un’annata disastrosa e il taglio delle politiche agricole comunitarie è quasi del 50 per cento. Siamo la terza regione cerealicola d’Italia e quindi l’indennità che ci viene corrisposta per cercare di mantenere il prezzo calmierato sul grano duro per produrre la pasta è indispensabile. Quell’indennità è il nostro reddito alla fine". Così Alessandro Taddei, presidente Cia Marche nello snocciolare i sette i punti che Agrinsieme Marche ha individuato come cruciali per cambiare una politica agricola che "mortifica l’economia reale" tra "burocrazia e vincoli non più sostenibili".

Se ne è discusso ieri alla sede centrale di Jesi del Consorzio Agrario di Ancona dove sono intervenuti tutti i protagonisti di Agrinsieme Marche: Cia, Confagricoltura, Copagri, Aci e la Federazione regionale delle imprese di meccanizzazione agricola. "Le nostre organizzazioni da tempo – spiega Nevio Lavagnoli, coordinatore Agrinsieme Marche – stanno lavorando per spiegare la politica agricola e gli ultimi provvedimenti del governo dai quali dissentiamo. La mobilitazione vede la partecipazione diretta dei nostri soci. Il malcontento c’è da tempo ma il governo a cui l’abbiamo fatto presente ha preferito ascoltare una sola organizzazione che oggi non è qui e che si tinge di giallo. E’ ora che il Governo porti gli interessi italiani in Europa. Anche la Regione deve fare la sua parte. Non a caso la nostra regione nell’avanzamento di spesa dell’ultimo Psr è in fondo alla classifica: spende poco, circa il 70% rispetto ai 700 milioni dati in dotazione dalla comunità europea".

"Il 2022 e il 2023 – ha commentato Luciano Petrini di Frima Marche – hanno visto costi delle colture alle stelle. Si è raccolto meno ed il prodotto era di scarsa qualità. Oggi le aziende agricole si sono accorte di non avere più un soldo". "L’unica boccata di ossigeno poteva venire dalla Pac – ha aggiunto Antonio Trionfi Onorati di Confagricoltura Marche – ma questa è crollata del 40%. Per questo gli agricoltori sono sottoposti ad un forte stress economico".

Nell’esprimere vicinanza alla protesta degli agricoltori, molti dei quali associati alle sigle che compongono Agrinsieme, il coordinamento regionale ha sottolineato come il movimento sceso in strada, spontaneo e autonomo, arricchisce il dibattito che per essere efficace "deve essere fatto in tutte le sedi istituzionali: Regione che non spende a sufficienza le risorse che arrivano dall’Europa, Governo che deve battersi per difendere i produttori e i prodotti italiani e Commissione Europea". Agrinsieme richiama gli impegni a cui sono chiamate le istituzioni: "Rivedere la politica agricola europea perché burocratica e non funziona. Cambiare gli eco-schemi costruiti dal nostro Paese e abolire subito l’obbligo al 4% di terreno incolto". E poi: "Cambiare le proposte di regolamento comunitario sull’uso sostenibile degli agrofarmaci, togliere l’Irpef sui terreni agricoli, reintrodurre il credito di imposta su gasolio". Serve dunque una "nuova e diversa politica del credito agricolo con immediata proroga delle scadenze e una maggiore tutela del reddito degli agricoltori".

Sara Ferreri