"Al Carlo Urbani 14 prelievi di organi: record"

Il più alto numero di tutte le terapie intensive delle Marche, il primato spiegato dal dottor Bernacconi: "Grazie ai pazienti e alle famiglie"

"Al Carlo Urbani 14 prelievi di organi: record"

"Al Carlo Urbani 14 prelievi di organi: record"

"L’ospedale Carlo Urbani nel corso dell’anno che si è appena concluso ha eseguito procedure di prelievo di organi su 14 pazienti, il numero più alto di tutte le altre terapie intensive regionali". A rendere noto il primato, tramite il Carlino, è il dottor Tonino Bernacconi, primario di Anestesia, Analgesia e Rianimazione dell’ospedale jesino. Proprio tre giorni fa, giovedì, nella ‘sua’ terapia intensiva il prelievo di organi da un 62enne jesino deceduto in seguito a emorragia cerebrale il quale, grazie alle sue volontà espresse in vita e al cuore grande della sua famiglia, ha donato fegato, reni, cuore e cornee. "Tutto questo avviene – spiega ancora il dottor Tonino Bernacconi - grazie ai pazienti e alle loro famiglie. Gli abitanti di Jesi dimostrano ancora una volta la loro sensibilità e altruismo. Sono fiero di questa città, anche se sono un ‘figlio adottivo’ perché nato a Fabriano e vissuto 30 anni ad Ancona". Tra l’altro la giornata di venerdì cadeva un anniversario di rilievo per la Terapia Intensiva dell’ospedale Carlo Urbani. "Oggi (venerdì, ndr) è un giorno molto importante per la Terapia Intensiva dell’Urbani: un anno fa il 5 gennaio 2023, il primo caso di donazione a cuore fermo (Dcd) del nostro ospedale e della Regione Marche. Poi ne sono seguiti altri. Grazie alle famiglie ed a tutti coloro che hanno collaborato per la riuscita di questo evento". Un traguardo che racchiude professionalità, sacrificio e dedizione di tutto il personale sanitario. Grazie alla professionalità, capacità organizzativa e visione pionieristica del dottor Bernacconi e della sua equipe la regione Marche è entrata nel terzo millennio della trapiantologia con la donazione a cuore fermo. Una frontiera mai superata prima. In Italia, la donazione a cuore fermo può avvenire solo dopo che un medico abbia certificato la morte mediante l’esecuzione di un elettro-cardiogramma protratto per un tempo di almeno 20 minuti (nella maggior parte dei Paesi europei questo tempo è di 5 minuti).

Questo è considerato il tempo di anossia, trascorso il quale si considera vi è certamente una irreversibile perdita delle funzioni dell’encefalo e quindi la morte dell’individuo. Una volta accertata la morte, il prelievo di organi da un donatore a cuore fermo a scopo di trapianto si presenta come una procedura complessa dal punto di vista organizzativo, a partire dal sistema di emergenza sanitaria territoriale e dalle équipes di medici e operatori sanitari coinvolti nelle procedure.

Sara Ferreri