Allarme migranti tra malori e proteste "Così non riusciamo più a vivere"

Anche ieri mattina diversi richiedenti asilo si sono presentati davanti alla questura per le loro pratiche. Per i quindici pachistani, infreddoliti e a digiuno, sono intervenute anche le ambulanze della Croce Gialla

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di Marina Verdenelli

Fuori è sempre più freddo e nessuno sembra trovare una soluzione ai richiedenti protezione internazionale, così ieri mattina un gruppetto di pachistani si è ripresentato fuori dalla questura. Con le coperte sulle spalle hanno indetto un presidio di protesta filmandosi per far vedere la condizione in cui si trovano, infreddoliti e senza un rifugio al caldo dove attendere che le loro pratiche per regolarizzarsi sul territorio italiano vadano avanti. Erano una quindicina, per lo più seduti sul marciapiede, davanti all’ingresso della questura, in via Gervasoni. Uno scenario che si ripete ogni mattina, già a partire dalle 7, quando è possibile vederli mentre si sistemano per terra sperando che quella sia la giornata giusta per sentirsi dire che si è liberato un posto in un centro di accoglienza e definire quindi la loro richiesta.

Ieri in tre, tra i 25 e i 30 anni, si sono sentiti male, per il freddo e per la fame, e sul posto è arrivata una ambulanza della Croce Gialla. I soccorritori hanno caricato i pachistani colti dal malore sull’ambulanza e li hanno portati al pronto soccorso dell’ospedale di Torrette. Avevano bisogno di riprendersi dal gelo della notte e le loro condizioni non erano gravi. Sono stati visitati in attesa delle dimissioni da fare poi in giornata. Nella notte tra domenica e ieri un altro senzatetto si è sentito male, a Collemarino, dove è intervenuta sempre la Croce Gialla. Anche lui era stremato per il freddo.

Il problema di immigrati e senza fissa dimora che passano le notti al freddo sta aumentando. Qualcuno prova a ricavarsi rifugi di fortuna, all’interno di bagni pubblici, come accaduto per un nordafricano che dormiva dentro i servizi igienici della cittadella, o sotto l’ascensore del Passetto. A fine novembre l’ambulanza era già intervenuta in questura per alcuni immigrati che stavano male, anche con sospetta scabbia. Era il 30 novembre scorso in 60 si erano ammassati fuori dall’ingresso di via Gervasoni, non solo pachistani ma anche bengalesi. Erano dovute intervenire le pattuglie delle Volanti e anche diversi poliziotti interni alla questura perché la situazione era diventata ingestibile e anche disumana. Alcuni avevano ancora le coperte sulle spalle, quelle usate anche per la notte, per sfuggire al freddo di un inverno ormai arrivato e con temperature gelide. A spingerli fino a via Gervasoni quella mattina è stato un tam tam che si era diffuso tra loro già dalla sera prima. Sembrava che la questura avesse trovato alcuni alloggi per accoglierli.