Ancona non è ancora diventata una città vocazione turistica. E’ quanto emerso ieri durante lo svolgimento della Commissione dedicata al rendiconto di bilancio che andrà in votazione oggi in consiglio comunale. A sottolinearlo, per una volta, è stato un consigliere di maggioranza, Riccardo Strano (Fratelli d’Italia) che ha sciorinato alcune statistiche legate alla tassa di soggiorno. In pratica nel 2024 l’amministrazione comunale ha incassato da quella tassa 456mila euro; una buona fetta delle tasse di soggiorno nelle strutture ricettive, di ogni genere, non sarebbe stata pagata perché gli ospiti non erano clienti legati al turismo, ma bensì lavoratori che si fermano in città ben più dei 5 giorni in cui si può applicare. Ricordiamo che ad Ancona la tassa di soggiorno per i turisti costa 2 euro al giorno. Un intervento, quello di Strano, apprezzato dalla minoranza di centrosinistra, come ricordato dalla capogruppo del Pd, Susanna Dini, e da Carlo Pesaresi (Ancona Diamoci del Noi), meno dall’assessore al bilancio Giovanni Zinni e dai colleghi della maggioranza di centrodestra. Ieri si è conclusa la commissione iniziata la settimana scorsa e finita con la lite verbale tra Zinni e il presidente Vincenzo Rossi.
CronacaAncona non è a vocazione turistica