SARA FERRERI
Cronaca

Arrivano più fondi per la casa della comunità

Superficie della struttura triplicata, ma ora serve un nuovo progetto. Dalla Regione stanziamento aggiuntivo di oltre un milione

Arrivano più fondi per la casa della comunità

Arrivano più fondi per la casa della comunità

Casa della comunità da realizzare vicino all’ospedale Carlo Urbani, la struttura cresce di oltre il triplo: da 130 a 435 metri quadrati, ma potrebbe non bastare ancora. Le linee guida nazionali parlano infatti di 800 metri quadrati minimi, come aveva evidenziato l’anno scorso il direttore dell’Asp, 9 Franco Pesaresi. Cresce anche lo stanziamento: un milione e 337mila euro di fondi regionali, i quali vanno ad aggiungersi al milione e 600mila euro dell’anno scorso. Complessivamente, dunque, si arriva a sfiorare i 3 milioni di euro (2 milioni e 937mila euro), quasi un raddoppio della spesa. Anche l’ospedale di comunità ha visto un aumento di risorse e nello specifico di un milione e 271mila euro, i quali vanno ad aggiungersi ai 5 milioni e 689mila euro già stanziati, ma rivelatisi insufficienti, visti gli aumenti dei costi dei materiali e non solo. Dunque, un totale di quasi 7 milioni di euro per l’ospedale di comunità. Investimenti che per le due strutture ruotano attorno ai 10 milioni di euro. Ora si attende una nuova progettazione sia per la casa di comunità, che per l’ospedale di comunità, i quali dovrebbero essere realtà entro la metà del 2026. Tempi piuttosto stretti per queste come per le altre strutture da realizzare in città, prevalentemente con i fondi del Pnrr. La casa della comunità (cdc) prevista a Jesi è un hub completo di tutti i servizi. In base al decreto del ministero della salute, le CdC dovrebbero avere tutta una serie di servizi sanitari per accogliere i quali occorrono almeno 24 locali operativi, che richiedono almeno 800 metri quadrati. A Jesi, secondo il progetto ampliato ora dalla Regione, siamo a poco più della metà. Le dimensioni ridotte rispetto agli standard nazionali, secondo Pesaresi, avrebbero comportato il rischio di non potere ospitare tutti i servizi previsti dalla normativa, sottraendo così alla popolazione dei servizi previsti, ma che non potrebbero essere erogati. La casa della comunità, che ha sostituito la precedente Casa della salute, è un modello organizzativo volto a consentire al cittadino di entrare in contatto con il sistema di assistenza sanitaria e socio-sanitaria. Lì dovrebbero lavorare medici di medicina generale, pediatri, medici specialisti, infermieri e poi altri professionisti del sociale. L’ospedale di comunità, invece, è una struttura sanitaria di ricovero della rete di assistenza territoriale e dovrebbe svolgere una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero. Dovrebbe avere una dimensione di 1.659 metri quadrati e quaranta posti letto.