Sequestrati oltre 30mila reperti paleontologici, circa mille reperti archeologici, oltre ad altri beni culturali di natura libraria, ritenuti di provenienza illecita. I carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Ancona, coadiuvati dai colleghi di Bologna, Perugia l’Aquila, dai militari dei comandi provinciali territoriali e dei Forestali di Ancona e Macerata hanno eseguito un decreto di perquisizione domiciliare, personale e locale nei confronti di nove persone accusate di scavi archeologici non autorizzati, furto, riciclaggio di beni archeologici e paleontologici. I sequestri sono stati effettuati nei confronti di persone nei comuni di Fabriano, Cerreto D’Esi, Castelraimondo, Camerino, Serravalle del Chienti e Mogliano, Gubbio, Valfabbrica e Spello. Sono stati apposti sigilli anche due musei privati - uno di Spello e l’altro di Gagliole contenenti beni paleontologici ritenuti di natura illegale. Secondo l’accusa, vi sarebbe stata sottrazione illecita di beni archeologici e paleontologici in siti che dovrebbero essere sottoposti alla sola competenza di esperti studiosi della materia, e un atto di fraudolenza che genera una lesione significativa alla comunità. Oltre al danno patrimoniale, e alla deturpazione irrazionale del sottosuolo, sono fatti che depredano il luogo saccheggiato da testimonianze, storiche e scientifiche, identitarie del contesto, facendone perdere le tracce con l’immissione sul mercato clandestino. Gli elementi acquisiti sono al vaglio delle autorità inquirenti per definire con certezza le responsabilità delle persone coinvolte.
CronacaBeni archeologici e paleontologici Maxi sequestro dei carabinieri