SARA FERRERI
Cronaca

Bocchini: la ricetta per salvare i voli: "Più contributi e grandi compagnie"

Il presidente di Confindustria Ancona: collegamento con Francoforte, è il vero hub internazionale

Bocchini: la ricetta per salvare i voli: "Più contributi e grandi compagnie"

Bocchini: la ricetta per salvare i voli: "Più contributi e grandi compagnie"

"Sui voli di continuità nelle Marche si rischia, come spesso è accaduto, di gettare il bambino con l’acqua sporca". Ne è convinto il presidente di Confindustria di Ancona, Pierluigi Bocchini, il quale sostiene si debba ancora investire sull’aeroporto di Ancona, piuttosto che vanificare gli sforzi compiuti fino a oggi.

Pierluigi Bocchini, che i voli interni da e per Ancona non funzionino è un dato di fatto.

"Sì, è una triste constatazione, ma la strumentalizzazione politica, da sempre peggiore nemica delle soluzioni, sposta l’attenzione dalla ricerca di rimedi efficaci alla sterile polemica fine a se stessa. Agli attuali livelli di contributo pubblico, i voli non sono economicamente sostenibili. Se nessun altro vettore oltre ad Aeroitalia (che poi ha avuto i problemi a tutti noti) ha partecipato al bando Enac, un motivo ci sarà pure. Del resto, un gruppo di imprenditori marchigiani aveva creato una compagnia, salvo poi desistere perché non sostenibile economicamente". Molti voli però sono vuoti, la foto del volo per Milano con tre persone ha colpito.

"Quella è una conseguenza, ma non mi si dica che raggiungere Milano in treno è come farlo in aereo. Se il servizio funzionasse e fosse veramente affidabile, i nostri industriali lo utilizzerebbero per i loro clienti, riducendo di quasi tre volte i tempi. Da Ancona, dove si può arrivare mezzora prima del decollo, si sarebbe a Milano in cinquanta minuti. E grazie alla nuova metro, si è in centro in quindici minuti. Il Frecciarossa, salvo quello delle 6, accumula sempre almeno mezzora, se non un’ora, di ritardo, dunque quattro ore. Certo, se a chi viene a visitare le nostre aziende non possiamo dare certezza sui voli e sulle tempistiche, perdiamo di credibilità". Che cosa si dovrebbe fare allora?

"Le soluzioni sono due: alzare il contributo pubblico oppure coinvolgere compagnie con le spalle più grandi di Aeroitalia, che siano disponibili a investire su una strategia organica di crescita di tutto l’incoming su Ancona, con un progetto serio di promozione turistica delle Marche e una crescita complessiva del sistema ricettivo della regione. Probabilmente, un mix tra le due soluzioni sarebbe la strada più rapida e più efficace per avere finalmente dei voli in orario e operati da soggetti affidabili". Nuovi voli per Monaco potrebbero essere un’occasione di ripartenza.

"Sì, sono importanti, ma il vero hub che collega con numerosi aeroporti internazionali è Francoforte, che sarebbe in grado di portare il turismo ricco, australiano e americano, e arrivare a cinque o sei destinazioni in Cina. Come Confindustria, abbiamo già chiesto ad Alexander D’Orsogna (ad e direttore generale dell’International Airport di Ancona, ndr) di attivarsi in questa direzione. Certo, vista la posizione del nostro aeroporto, circondato dal mare, non ci aspettiamo di certo uno scalo da un milione e mezzo di passeggeri". C’è chi storce il naso rispetto alla necessità di nuovi investimenti pubblici.

"La quotidiana dose di polemiche e i soldi pubblici gettati sono soltanto questioni pregne di miope localismo. Ricordo che negli ultimi anni, dopo il Covid, chi sta investendo sul nostro aeroporto è un privato. Visto il gap infrastrutturale della nostra regione, tra rete viaria costellata di cantieri e interruzioni e quella ferroviaria spesso soggetta a ritardi, non possiamo certo permetterci di perdere questa opportunità e di vedere chiuso l’aeroporto. Il futuro dei collegamenti è probabilmente l’alta velocità ferroviaria, ma richiederà ottimisticamente almeno altri quindici anni. Nel frattempo a due passi dall’aeroporto si sta insediando il colosso Amazon, che ha investito proprio per la possibilità di utilizzare lo scalo per il trasporto delle merci. Si tratta di una opportunità che non possiamo certo perdere".