di Marina Verdenelli
Incontra un ex collega al semaforo e lo insulta così: "Ti ricordi di me str.?". L’offesa non è piaciuta all’interessato che si trovava con altri tre amici. In due lo hanno riempito di botte facendolo finire in ospedale con oltre 70 giorni di prognosi. Per quel fatto, accaduto il 16 giugno del 2019, lungo il viale della Vittoria di Jesi, in due sono finiti a processo per lesioni aggravate. Ieri mattina, al tribunale di Ancona, dovevano essere sentiti i poliziotti, come testimoni della pubblica accusa, ma per un difetto di notifica l’udienza davanti al giudice Di Battista è stata rinviata al 19 ottobre. I due imputati sono albanesi, di 48 e 42 anni, difesi dall’avvocato Emanuele Senesi. La vittima, che è parte civile, è un 52enne jesino. Dopo il brutale pestaggio, che avvenne di sera, si era rivolto al Commissariato di Jesi per sporgere denuncia. Uno degli aggressori infatti lo conosceva bene, anche con un soprannome di un calciatore. Era stato suo collega quando facevano entrambi i magazzinieri per una ditta di facchinaggio. Tra i due non correva buon sangue allora e l’astio sarebbe rimasto fino al giorno del pestaggio. Una reazione in parte provocata. Quella sera la vittima era ferma al semaforo quando ha visto l’ex collega passeggiare, a bordo strada. Gli ha urlato "ti ricordi di me str.?". L’ex collega gli ha fatto cenno di scendere dalla vettura e lui è sceso. Insieme ad un connazionale lo hanno iniziato a picchiare. Calci e pugni a ripetizione tanto da causargli un trauma facciale con la rottura del naso. Lussato anche un gomito. I residenti della via si erano affacciati dalle finestre e qualcuno era sceso anche in strada per capire cosa stava succedendo. Chiamata la polizia i due albanesi, che erano anche con tre bambini al seguito, erano fuggiti via, in auto. La polizia li aveva rintracciati poco dopo, seguendo la descrizione della vettura posseduta dall’albanese che aveva lavorato con il 52enne, un Freelenadr scuro. Il ferito si ricordava anche parte della targa. La vittima era poi finita in ospedale a Torrette. Inizialmente i giorni di prognosi erano stati 30 ma poi le sue condizioni erano peggiorate e il medico aveva stabilito altri 42 giorni. Due giorni dopo aveva sporto denuncia indicando l’ex collega e un un amico di questo che aveva riconosciuto in foto sui social. Gli imputati hanno sempre rigettato le accuse. La verità emergerà al processo.