Costruita sulla roccia. Il monastero distrutto da una terribile frana

La chiesa di Santa Maria di Portonovo, costruita nel 1034, presenta influenze bizantine e nordiche. Dopo varie vicissitudini, è stata restaurata e dichiarata Monumento Nazionale nel 1869.

La chiesa di Santa Maria di Portonovo (1034 ca.) è costruita direttamente sulla roccia con materiali reperiti in loco, come l’arenaria e la bianca pietra del Conero ed è articolata in tre navate con due oratori che vanno a formare una pianta a croce greca di derivazione bizantina. L’edificio risente anche di influssi nordici nella lavorazione delle murature esterno a lesene, nel loggiato che corona l’abside e nel tiburio ottagonale cieco.

Accanto alla chiesa si erigeva un tempo il convento benedettino abbandonato nel 1319 dopo una catastrofica frana staccatasi dal Monte Conero. Nel 1769 del monastero esistevano solo pochi ambienti utilizzati da un eremita. Nel 1808 le truppe di Napoleone usarono quelle pietre per costruire il Fortino e del complesso restò solo la chiesa. Nel 1837 l’edificio passo ai Camandolesi di san Pietro al Conero. Nel 1861 lo Stato italiano la confiscò concedendone l’uso come magazzino e ricovero di pecore. Salvata nel 1869 con la dichiarazione di Monumento Nazionale, iniziarono i lavori di restauro da parte della Soprintendenza che la riportarono alle sue originali forme romaniche.

c.d.