Crolli nei sottopassi della stazione "Un miracolo che non ci siano feriti"

In quel momento nei tunnel non passava nessuno, subito sospesa la circolazione dei treni per diverse ore. Tanti gli studenti che si sono riversati in piazza Rosselli per poter raggiungere il Nord Italia lontano dal sisma

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di Giacomo Giampieri

"Un miracolo che nessuno si sia fatto niente". Sono le voci che echeggiano forti nei sottopassi della stazione ferroviaria di Ancona. Insolitamente cupi. Spenti. Svuotati di persone. L’opposto rispetto ad una giornata tipo. Ma è anche questa una delle istantanee che restituisce il terremoto. Lo scalo del capoluogo è un crocevia nevralgico. Punto di partenza o di arrivo quotidiano per migliaia di viaggiatori, lavoratori e studenti. All’altezza della piattaforma 1, già dopo le 8, non c’è più nessuno. Soltanto gli infaticabili tecnici, il personale delle Ferrovie e quello addetto alle pulizie per ripristinare la situazione. Gli altri, i viaggiatori, si sono allontanati in fretta, a piedi, e hanno guadagnato l’uscita dal terminal per raggiungere ed affollare la piazzola dei bus e taxi. Tutti in strada. Si sono guardati bene dal rimanere all’interno della stazione, dove una manciata di minuti prima era accaduto l’imponderabile. Ovvero i crolli registrati nelle strutture che sorreggono i tunnel. Ed è lì, appunto, che si è compiuto un autentico miracolo: alle 7.07 nessuno transitava nei paraggi e nessuno è stato colpito. Più tardi, a terra, giacciono soltanto calcinacci e pezzi di intonaco. Le pareti mostrano i segni tangibili della furia sismica, che ha fatto staccare lastre pesanti e pericolose piombate al suolo e sulle scalinate. La circolazione dei treni viene prontamente sospesa per consentire gli accertamenti tecnici sulle varie linee: l’Adriatica, l’Ancona-Roma e la Rimini-Ravenna. Nel frattempo i pendolari si sono spostati in aree non interessate dalle criticità, in cerca di tranquillità, dopo un risveglio decisamente movimentato, ma anche in cerca di risposte per capire come raggiungere le rispettive destinazioni. Un giovane, partito da Pesaro, si trovava sul treno regionale quando ha avvertito la scossa: "Ero all’altezza di Senigallia – racconta ai cronisti evidentemente ancora intimorito per quanto vissuto – Il convoglio si è mosso. Poi a Montemarciano ci hanno fatti scendere e abbiamo raggiunto Ancona in autobus".

Altre ragazze, universitarie fuori sede, si trovavano nello Studentato del capoluogo, quando il terremoto le ha fatte sobbalzare dal letto: "Abbiamo avuto enorme paura – spiega una di loro, che è residente nel Fermano – È stato un evento graduale: dopo la prima scossa, fortissima, ci siamo preparate per uscire e intanto è arrivata la seconda. Siamo scesi tutti in strada, c’erano anche altre persone e famiglie. E abbiamo atteso terminassero le scosse di assestamento, che sono comunque proseguite per molti minuti". Ai fatti, però, hanno atteso molto anche in stazione prima di poter rincasare a o arrivare al traguardo. Hanno sperato in un autobus sostitutivo, mentre altri nel ripristino della viabilità ferroviaria. I primi messaggi trasmessi con gli altoparlanti hanno offerto sensibili novità attorno alle 10.50. "Sono terminate le verifiche sulla linea Ancona-Roma in seguito ad un movimento tellurico. La circolazione riprenderà con variazioni o possibili ritardi". Ritardi, senza possibili. In alcuni casi fino a quattro ore. Come per un uomo che doveva muovere verso la Capitale ed ha aspettato, sconsolato, prima di ripartire: "E nessuno ci ha avvisati di cosa dovevamo fare", punta il dito.

Gli approfondimenti, di li a poco, hanno portato alla riattivazione completa delle linee, in considerazione della sospensione precauzionale che era arrivata alle 7.15. Alle 11.30, finalmente, la svolta. Un Frecciarossa di nuovo operativo e, in breve, anche un treno Ancona-Piacenza colmo di giovani e studenti Erasmus: "Cerchiamo in qualche modo di tornare a casa, nel nord Italia". Provando a lasciarsi alle spalle quell’incubo da dimenticare in fretta.