Cura sperimentale a Singapore: gara di solidarietà

La maestra di Moie Cristiana Cascia di 53 anni lotta contro un tumore. Sono stati raccolti già 36mila euro ma ne servono 400mila

Cura sperimentale a Singapore: gara di solidarietà

Cura sperimentale a Singapore: gara di solidarietà

"Sono tornata da Singapore dove conto di tornare tra, quattro settimane al massimo per sottopormi a una cura sperimentale". A parlare è Cristiana Cascia, la 53enne maestra di Moie, insegnante all’Istituto Beniamino Gigli di Castelbellino, affetta da una grave malattia che in Italia sembra non avere più possibilità di cura. Per lei in pochi giorni si è mobilitata la comunità: la raccolta fondi ha raggiunto 36mila euro (l’obiettivo è tra i 350 e i 400mila euro) e sono state messe in piedi iniziative benefiche per racimolare il più possibile.

"Sulla carrozzina ho raggiunto Singapore – spiega ancora – è stato molto difficile e stremante. Ho dovuto viaggiare sdraiata e solo questo viaggio per me è costato 10mila euro a cui aggiungere albergo e spese varie. Non so ancora il costo della sperimentazione ma ho la speranza che sembra più concreta di poter essere sottoposta a cure. Per ora non hanno posto libero ma mi hanno detto che mi chiameranno fra tre o quattro settimane. Spero solo che si sbrighino perché ho fatto uno sforzo tremendo per affrontare il viaggio e tutto il resto. Spero che non sia tutto sprecato".

Ha poca forza Cristina ma ci tiene a ringraziare tutti coloro che hanno donato qualcosa anche pochi euro (c’è chi ne ha donati mille. Mille e venti euro sono arrivati dal Moie sporting club per la maratona benefica. Mercoledì sera il quadrangolare allo stadio Pierucci organizzato dal Moie Vallesina in collaborazione con il Castelbellino Calcio, Maiolati-Pianello United e Monte Roberto Calcio. Anche qui l’intero ricavato sarà destinato a Cristiana e alla sua battaglia per la vita.

La maestra di Moie lotta contro un tumore ovarico da oltre un anno e mezzo. La risposta della risonanza magnetica ha spazzato via tutto: la sua salute, il suo lavoro, i la sua vita. A oggi l tumore è avanzato ed è tra i più aggressivi. "Ho iniziato il percorso di cura che prevede tre cicli di chemioterapia per ridurre la massa tumorale – ha spiegato -. Il 31 marzo dello scorso anno ho subito un intervento chirurgico e infine altri tre cicli di chemioterapia. Sembrava che questo percorso dovesse essere risolutivo, ma l’istologico ha dimostrato che la chemio aveva funzionato per meno del 50%: è un tumore platino resistente. Infatti dopo due mesi dal termine della chemioterapia, è ricresciuto in fretta. Allo stato attuale – ha concluso - i protocolli oncologici non prevedono terapie efficaci".

Sara Ferreri