Difendono il parente dopo lo schianto. Il giudice li condanna per resistenza

Padre e figlio hanno reagito ai carabinieri con insulti dopo l’incidente in cui era coinvolto lo zio.

Difendono il parente dopo lo schianto. Il giudice li condanna per resistenza

Difendono il parente dopo lo schianto. Il giudice li condanna per resistenza

Padre e figlio intervengono durante un incidente avvenuto a un loro parente e dopo aver sollecitato i rilievi ai carabinieri si ritrovano a processo per interruzione di pubblico servizio e resistenza a pubblico ufficiale. Il sinistro stradale è avvenuto il 16 giugno del 2019, tra Padiglione e Passatempo, all’incrocio che si trova tra via Montefanese e via Filottrano. Quel giorno c’era su strada un gara ciclistica e una moto che faceva parte della scorta tecnica era finita contro una Bmw di un filottranese che in quel momento si era trovato a passare. Il conducente avrebbe preso un pugno dal motociclista. Durante i rilievi effettuati in parte dalla polizia locale e poi anche dai carabinieri, erano arrivati padre e figlio, di 67 e 40 anni, il primo di Filottrano e il secondo nativo di Jesi. L’uomo in Bmw era loro zio e si sarebbe creata una situazione fatta di urla e insulti. II primo ad arrivare sul posto etra stato il 40enne. Ha preso le difese dello zio nell’incidente e questo atteggiamento avrebbe intralciato il lavoro dei militari che, stando alle accuse lo avrebbero più volte invitato a mettersi da parte. II 40enne però li avrebbe aggrediti: "Chiamo il colonnello e vi faccio vedere io". I carabinieri lo hanno identificato. Subito dopo è arrivato il padre. Voleva che i militari restituissero il documento al figlio. "Vi denuncio, è abuso di potere, vi verrò a cercare quando non siete in divisa". Entrambi sono stati denunciati. Ieri il giudice Luca Zampetti li ha assolti per interruzione di pubblico servizio e condannati a 4 mesi per resistenza. Erano difesi dall’avvocato Giuseppe Romiti.

ma. ver.