Disabili, sesso e violenza nella casa dell’orrore. Arrestata anche la moglie del volontario

Si allarga l’inchiesta sulla struttura di Jesi che ospita pazienti con problemi psichiatrici. Indagata anche la figlia della coppia .

Disabili, sesso e violenza nella casa dell’orrore. Arrestata anche la moglie del volontario

Disabili, sesso e violenza nella casa dell’orrore. Arrestata anche la moglie del volontario

Si allarga l’inchiesta sugli abusi sessuali ai danni di pazienti psichiatriche donne commessi all’interno di un appartamento privato a Jesi (dove coabitavano) da un 86enne volontario che andava a preparagli i pasti. Dopo l’arresto dell’anziano fatto lunedì dalla Squadra mobile, per violenza sessuale aggravata, è scattata la misura cautelare anche per la moglie, 78 anni, una ex assistente sociale ben accreditata al centro di salute mentale di Jesi dove le pazienti erano seguite per le cure. La donna mercoledì sera è stata messa ai domiciliari ed è accusata di maltrattamenti aggravati su cinque donne e di lesioni aggravate su una. Per i maltrattamenti l’accusa è in concorso anche con il coniuge.

Nell’inchiesta, coordinata dal pm Andrea Laurino, c’è indagata a piede libero anche la figlia della coppia, che faceva la badante nell’appartamento delle ospiti psichiatriche, ed è accusata di maltrattamenti in concorso morale con i genitori perché avrebbe taciuto la situazione. Stando alle accuse moglie e marito sarebbero stati i gestori di fatto dell’appartamento di via del Verziere, regolarmente preso in affitto e pagato mensilmente dalle pazienti attraverso i propri tutori legali. I due avrebbero preso anche un compenso, in base al grado di disabilità riscontrata, ma non è stato trovato né un contratto lavorativo né traccia di pagamenti. Moglie e marito si definivano due volontari agli occhi dei tutori delle pazienti.

La casa degli orrori ospitava donne con patologie dal 2018 ma violenze e maltrattamenti sono contestati negli ultimi tre anni, dal 2021 a lunedì scorso con l’arresto in flagranza dell’86enne (è un ex operaio) trovato con i pantaloni abbassati su una ospite di 65 anni grazie alle spycam della Squadra mobile, diretta da Carlo Pinto, nascoste in tutta casa. A far partire l’indagine è stata la confidenza fatta da una delle donne ospiti ad uno psichiatra che l’aveva in cura al centro di salute mentale di Jesi. Il direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’Ast ha informato poi la Procura. La donna ha descritto punizioni corporali con la sottrazione del cibo da parte di moglie e marito. In casa c’era scarso uso dei riscaldamenti in inverno, lucchetti alle finestre, porte chiuse a chiave di notte, senza accesso a chiavi e telefono. Nessuna figura di supporto sarebbe stata presente nelle ore notturne. Poi ci sarebbero state punizioni corporali con calci e pugni da parte di entrambi i coniugi che si rivolgevano con parole offensive. La stessa donna della prima segnalazione ha riferito allo psichiatra che da circa un anno l’86enne la molestava, anche sotto la doccia quando veniva aiutata a lavarsi. Sempre lei ha raccontato di altre pazienti abusate e di essere stata presente in una di quelle occasioni come testimone.

L’8 aprile scorso un’altra ospite della struttura è stata portata in pronto soccorso, all’ospedale di Jesi, con un taglio all’orecchio. A provocargliela sarebbe stata, a suo dire, la 76enne che l’aveva presa per un lobo per punirla. Le intercettazioni ambientali e anche quelle telefoniche hanno permesso ai poliziotti di raccogliere un quadro probatorio sufficiente per far scattare le misure cautelari emesse sia per il pericolo di reiterazione del reato ma anche di inquinamento delle prove. L’avvocato della coppia, Alessia Barcaglioni, non rilascia per ora nessuna dichiarazione ma si limita a dire che i suoi assistiti rigettano ogni accusa.