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Ecco Beko Europe, sventola bandiera turca
Ammainata la bandiera Usa, issata quella Turca per Whirpool, nuove nubi nere si addensano su Elica dove i sindacati alzano la voce. Da martedì il quartier generale e lo stabilimento di Melano ex Indesit a Fabriano e il sito di Comunanza sono confluiti ufficialmente nella newco Beko Europe. Le nuove insegne sugli stabilimenti non ci sono ancora ma ha cominciato a muovere i primi passi martedì (quando nella città della carta sono arrivati i manager turchi) la società nata dall’accordo che Whirlpool ha siglato con Arçelik per creare una nuova realtà industriale europea che vedrà i turchi con il 75% delle quote. Un evento online seguito da tutti i siti produttivi europei e il posizionamento di bandiere e piccole insegne blu con la scritta bianca "Beko Europe" all’ingresso degli impianti ormai ex Whirlpool. Per le grandi insegne occorrerà attendere. Martedì a tutti i dipendenti dei siti italiani, compresi Fabriano e Comunanza, è stato presentato il ceo di Beko Europe, Ragip Balcioglu. "Con la costituzione di Beko Europe - ha detto Balcioglu - abbiamo raggiunto un primo obiettivo. Ora, dobbiamo far sì che tale obiettivo serva le esigenze di clienti e consumatori. Utilizzeremo la nostra posizione di leadership di mercato per elevare gli standard, affrontare l’efficienza e guidare l’innovazione".
E intanto i rappresentanti di Fim-Fiom-Uilm, Giampiero Santoni, Pierpaolo Pullini e Isabella Gentilucci chiedono un interessamento delle Istituzioni, a partire da Mimit e Regione "per vigilare a garanzia dei siti italiani e dei posti di lavoro". "Le evidenti difficoltà del mercato dell’elettrodomestico colpiscono tutti i grandi produttori del settore – rimarca Pierpaolo Pullini per la Fiom -. Elica ha chiuso il 2023 con una perdita di ricavi del 13,7% e con un calo della marginalità, a fronte della quale l’azienda, apprendiamo voglia reagire con un forte piano di investimenti, prevalentemente in marketing e anche in prodotto. Lo stabilimento di Mergo ha lavorato per l’intero anno a 8 ore garantendo la piena saturazione, questo grazie a un grande piano di smaltimento ferie, a un poderoso progetto formativo e a una riduzione dell’organico di almeno 200 persone. Il 31 dicembre prossimo scadrà il piano industriale condiviso nel 2021 al Mise: l’accordo prevede che alla scadenza l’organico di Mergo dovrà essere di 400 dipendenti full time e oggi siamo sotto i 350, dopo ben 2 procedure di mobilità. I volumi produttivi previsti devono essere 650mila pezzi e nel 2023 non si è arrivati neanche al 60%. Elica deve rispettare l’accordo per affrontare le prossime difficilissimi sfide".