Electrolux, esubero del 10% dell’organico

Il nuovo piano industriale preoccupa la Fiom Cgil: "Ricadute anche sul nostro territorio. L’azienda rassicura: no a scelte unilaterali"

Electrolux, esubero del 10% dell’organico

Electrolux, esubero del 10% dell’organico

Nuovo piano industriale e riorganizzazione della Electrolux: preoccupano i nuovi 18 esuberi (13 operai e 5 impiegati) previsti per Cerreto d’Esi dove c’è uno stabilimento produttivo con 197 dipendenti tra operai e impiegati. Esuberi che vanno ad aggiungersi agli 8 dello scorso anno, raggiungendo così il numero complessivo di 26. Nell’incontro di mercoledì a Venezia Mestre, Electrolux ha chiarito le ricadute occupazionali in Italia del nuovo piano industriale di riorganizzazione in atto. L’azienda ha dato la disponibilità a escludere i licenziamenti coatti e a gestire le eccedenze (373 in tutta Italia) attraverso accordi di uscite incentivate e subordinate al criterio della non opposizione individuale. "Le ricadute occupazionali del nuovo piano industriale di riorganizzazione dell’Electrolux – evidenzia Pierpaolo Pullini per la segreteria Fiom Ancona - porteranno conseguenze anche nello stabilimento di Cerreto d’Esi. In questo trova conferma la necessità irrimandabile del tavolo di settore presso il Mimit, e le forti preoccupazioni che abbiamo sollevato con la nostra grande assemblea pubblica di martedì scorso, conclusasi con la consegna di un nostro documento di politiche industriali, elaborato con il contributo di tutte le Rsu aziendali del territorio e consegnato direttamente al Prefetto di Ancona. L’esubero previsto nell’area di Fabriano – spiega Pullini - è di circa il 10% dell’organico, superiore alla media nazionale dell’8%. Apprezziamo e riteniamo importante la disponibilità aziendale di non procedere in maniera unilaterale, ma solo attraverso accordi di uscite incentivate e con il criterio della non opposizione. Ma nella gestione delle 13 eccedenze operaie, l’Electrolux ha annunciato la possibilità di eventuali opportunità, che riteniamo possano essere declinate anche come la riqualificazione delle persone e non solo come riduzione del personale. E’ inoltre fondamentale parlare, oltre di quella che viene definita dall’impresa una inevitabile riduzione di costi, anche di progetti di industrializzazione". "Negli incontri territoriali – concludono dalla Fiom - ci è stato illustrato un piano di investimenti che, nel 2024, guarda più al prodotto, in quanto nel processo si è investito molto negli anni passati e si punta ad investire successivamente: risulta quindi fondamentale che nella discussione complessiva di riorganizzazione, si diano garanzie che quei prodotti su cui l’azienda punta, soprattutto quelli ad alto e medio/alto valore siano poi realizzati nello stabilimento di Cerreto d’Esi, dove devono essere assolutamente preservate le professionalità e le competenze specifiche".

Sara Ferreri