MARINA VERDENELLI
Cronaca

Il ct Cerioni nel mirino, rubò le medaglie d’oro al campione olimpico: ladro condannato

Nel 2022 il colpo nella casa della madre dello schermidore a Jesi. Ieri la sentenza: due anni e tre mesi al malvivente inchiodato col dna. Nell’abitazione i carabinieri avevano repertato una macchia di sangue

Il ct azzurro Stefano Cerioni, 60 anni, campione olimpico di fioretto

Il ct azzurro Stefano Cerioni, 60 anni, campione olimpico di fioretto

Jesi (Ancona), 11 giugno 2024 – Aveva atteso la notte per forzare una finestra ed entrare in casa portando via due medaglie d’oro al campione olimpico di fioretto Stefano Cerioni, 60 anni. Il maestro di scherma, ed ex schermidore italiano molto noto nel mondo sportivo, aveva lasciato i suoi cimeli a casa della madre, a Jesi, insieme ad altri trofei che la lunga carriera gli ha portato a raggiungere. Medaglie dal valore affettivo per l’attuale ct della nazionale azzurra di fioretto (in ritiro in questi giorni con la sua squadra a Chianciano Terme per preparare gli Europei di Basilea) ed ex coach della campionessa olimpica Elisa Di Francisca, ma anche economico nonostante non siano interamente in oro.

Il furto risale alla notte tra il 10 e l’11 dicembre del 2022 ed è finito a processo un albanese di 42 anni, per furto aggravato in abitazione, che risiede in provincia di Milano. Per l’accusa, rappresentata dalla pm Irene Bilotta che coordinò le indagini dei carabinieri, sarebbe stato un ladro pendolare arrivato a Jesi per rubare. Nell’abitazione della madre dello sportivo avrebbe fatto razzia anche di altri beni di lusso come pellicce, monili d’oro e anche un carnet di assegni. Una volta dentro la casa, dove anche la cassaforte è stata trovata manomessa, avrebbe girato tutte le stanze approfittando del fatto che dentro non c’era nessuno e, raccolto il bottino, se l’era svignata lasciando però una traccia ematica poi repertata dalla scientifica dei carabinieri chiamati a fare un sopralluogo dopo la denuncia sporta dalla donna che era rientrata trovando tutto a sogguadro. Una macchiolina di sangue, forse lasciata dopo essersi ferito per tentare di entrare nell’abitazione forzando uno degli infissi. Quella traccia è stata la firma del ladro. Il reperto infatti è stato sottoposto ad una relazione tecnica del laboratorio di biologia del Ris di Roma e poi confrontato con la banca dati del Ris di Parma per il dna che ha dato esito positivo perché l’albanese era già schedato.

I carabinieri hanno chiuso l’indagine a fine 2023 e l’albanese aveva avuto anche una misura cautelare firmata dalla gip Sonia Piermartini che aveva disposto per lui i domiciliari.

Ieri mattina l’imputato, difeso dall’avvocato di fiducia Francesca Mavilla, del foro di Bologna, ha affrontato l’udienza preliminare davanti alla giudice Francesca De Palma che lo ha condannato a due anni e tre mesi di reclusione ma solo per il furto delle medaglie. L’albanese procedeva con il rito abbreviato. Per il furto di pellicce e monili d’oro, che faceva parte di una precedente denuncia, non sarebbero state trovate prove contro di lui. Cerioni è stato risarcito del danno subito, con 15mila euro, ma le medaglie non le ha più riviste. La difesa valuterà l’appello.