I terremotati: "Spezziamo l’oblìo". Sit-in di chi aspetta ancora una casa

Sabato 27 gennaio in piazza Cavour si ritroveranno gli anconetani che hanno subito danni il 9 novembre 2022

I terremotati: "Spezziamo l’oblìo". Sit-in di chi aspetta ancora una casa

I terremotati: "Spezziamo l’oblìo". Sit-in di chi aspetta ancora una casa

‘Contro l’oblìo – spezziamo le catene dell’indifferenza’. È questo il nome scelto dagli organizzatori del sit-in fissato per sabato 27 gennaio in piazza Cavour (ore 15) dai terremotati anconetani fuori casa e senza prospettive dalla mattina del 9 novembre 2022. La rabbia sta montando di fronte proprio all’indifferenza delle istituzioni. Il segmento di aiuti per gli edifici privati danneggiati quel giorno dovevano rientrare nella Finanziaria, come promesso dal Commissario al Sisma del 2016, il senatore Guido Castelli (Fratelli d’Italia), e poi nel Decreto Mille Proroghe. Per ora nulla di tutto ciò è accaduto e nel frattempo tutti gli incontri annunciati con lo stesso Castelli e con il Ministro Musumeci sono saltati, l’ultimo il 12 gennaio scorso: "Problemi tecnici, amministrativi e burocratici: questa è la breve storia triste di quindici mesi della nostra politica regionale e di governo _ attacca Carlo Terracciano, portavoce del Comitato ‘7.07’ _. E mentre la vita delle persone, perché è di questo che stiamo parlando, se ne scorre in mezzo a un oceano di stenti e di problemi che sono reali e concreti e quotidiani, si può stare certi di una cosa soltanto, che finora nessuno ha fermato questo circolo ignobile assumendolo su di sé, il problema. La morale della storia è che un responsabile, ad oggi, non c’è. Anzi, sono stati i problemi tecnici, è a quelli che tocca presentare il conto. Alzi la mano chi non si sente preso in giro. Ora ci dicono di una assoluta consequenzialità tra il concetto di stato di emergenza e lo stanziamento di fondi e ci dicono che stanno studiando una soluzione. Ma se la soluzione c’era e l’hanno buttata alle ortiche, quale altra soluzione dovremmo adesso aspettarci che tirino fuori dal loro cilindro ammaccato?". Infine Terracciano fa un invito ben preciso: "La Regione adesso si faccia finalmente viva, traduca in azione quel principio di cui si è fatta a parole profetica depositaria, e si faccia immediatamente carico dei fondi per il ripristino delle strutture private. Proroghi lo stato di emergenza, la cui scadenza è ad aprile, poi, si faccia pure rimborsare dal governo coi suoi tempi, che a quanto pare il tempo non gli manca, visto che col nostro ci stanno giocando".