Il campione già dimesso: "Sagan sta bene, ora riposo. Noi eccellenza? Siamo felici, è frutto di organizzazione"

Il professore Dello Russo: "Realizzare un centro di medicina specializzato di alto livello è un obiettivo per il quale tutti lavorano e per questo li ringrazio".

Il campione già dimesso: "Sagan sta bene, ora riposo. Noi eccellenza? Siamo felici, è frutto di organizzazione"

Il campione già dimesso: "Sagan sta bene, ora riposo. Noi eccellenza? Siamo felici, è frutto di organizzazione"

Professor Antonio Dello Russo, direttore della Clinica di Cardiologia e Aritmologia dell’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche. Prima domanda: come sta Peter Sagan?

"L’atleta sta bene ed è stato dimesso. Ci ha ringraziati molto e stamattina (ieri, ndr) è ripartito verso casa".

Come lo avete operato?

"Prima lo abbiamo sottoposto a uno studio elettrofisiologico endocavitario, che fortunatamente non ha evidenziato alcuna aritmia sopraventricolare e ventricolare di tipo patologico. Uno studio che si era reso necessario in seguito alla tachicardia avuta durante la gara in Spagna. Dopo una valutazione approfondita con il cardiologo inviante, il dottor Roberto Corsetti di Imola che aveva già effettuato le prime indagini con test a sforzo massimali, e grazie alle quali non era emerso nulla, è stato utile un ulteriore approfondimento con l’induzione di aritmia, per escluderla".

Dunque avete installato questo "registratore di eventi" sottocutaneo: cos’è?

"Ci permetterà di monitorare l’atleta a distanza, in allenamento e in gara. Per capirci, lo stesso registratore che fu installato a Elia Viviani. È un dispositivo di ultima generazione, che lavorerà per circa quattro anni e mezzo, e sarà collegato con il suo smartphone. Attraverso il bluetooth, i dati saranno inviati e ricevuti dal nostro sistema di monitoraggio, ma lo stesso atleta potrà segnalare quanto registrerà il cardiofrequenzimetro".

La domanda cui vorrebbero, invece, una risposta i fan: quanto ne avrà prima di tornare in sella?

"Per sette, diciamo dieci giorni dovrà stare a riposo, senza sforzare la gamba. Non a caso siamo entrati nella vena femorale per raggiungere il cuore. Poi, una volta ottenuta la nuova idoneità sportiva, potrà riprendere ad allenarsi".

Dottore, la clinica che dirige è un’eccellenza assoluta. Da parte sua c’è più responsabilità nel curare atleti di questo livello o più orgoglio? Magari le due cose insieme?

"Di responsabilità ce ne prendiamo tante e mi fa piacere. Ma vorrei piuttosto sottolineare che questo è il lavoro di un’équipe altamente specializzata, a partire da infermieri e anestesisti che sono molto bravi. E i risultati che produciamo sono frutto di una grande organizzazione, di una squadra che funziona, grazie alle possibilità che ci danno la direzione generale e l’Università. La nostra clinica un’eccellenza? Se un atleta del genere viene dalla Spagna ad Ancona beh, ne siamo orgogliosi".

E a proposito, il dg Gozzini è stato chiaro: d’intesa con l’Università, ora l’obiettivo è di realizzare una Centro per la Medicina per lo Sport. Prendendo in prestito un’espressione dal ciclismo, la volata non potrebbe che tirarla Antonio Dello Russo...

"Ringrazio l’Azienda e l’Università perché quello è un obiettivo fortemente condiviso da tutti. Il progetto è di realizzare un Centro di Medicina dello Sport di terzo livello, anche per gli sportivi con disabilità, che permetterà di aprirà a una specializzazione universitaria proprio nella medicina sportiva. Mancano i medici sportivi, bene se riusciremo a formarli qui da noi".

Giacomo Giampieri